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Il contesto dell’incendio del cinema Eros
Il 1978 segna una data tragica per Milano, con l’incendio del cinema Eros che causò la morte di sei persone. Questo evento, attribuito a un gruppo di estremisti neonazisti noto come Ludwig, ha lasciato cicatrici profonde nella memoria collettiva della città. A distanza di quarant’anni, le indagini sono state riaperte, portando alla luce nuovi dettagli e interrogativi irrisolti. La riapertura del caso non è solo un atto simbolico, ma rappresenta un tentativo di giustizia per le vittime e le loro famiglie.
Nuove scoperte e la figura del terzo uomo
Le recenti indagini hanno messo in evidenza la possibilità di un terzo uomo coinvolto nell’attentato. Il gestore del cinema, all’epoca dei fatti, aveva riconosciuto Wolfgang Abel e Marco Furlan come due dei tre ragazzi che si erano recati al cinema prima dell’incendio. La descrizione di un terzo individuo, “basso e tarchiato”, ha riacceso l’interesse degli inquirenti. I pubblici ministeri Leonardo Lesti e Francesca Crupi stanno ora esaminando la rete di contatti di Abel e Furlan, cercando di capire se ci fosse un gruppo più ampio di estremisti neonazisti o sette esoteriche che potessero aver facilitato l’attentato.
Il legame con altri casi di violenza politica
Le indagini sul cinema Eros non si limitano a questo singolo evento. Gli inquirenti stanno anche esaminando i legami con altri atti di violenza politica avvenuti in quegli anni, come la strage di piazza della Loggia a Brescia. La ricerca di connessioni tra i vari gruppi estremisti dell’epoca potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere il contesto in cui si è sviluppato il terrorismo di destra in Italia.
La possibilità che esistesse una rete di supporto per i due condannati apre nuovi scenari e solleva interrogativi su quanto fosse diffusa l’ideologia neonazista in quel periodo.