Roma, 13 nov.
– Un Unicum internazionale: è la rete degli istituti zooprofilattici italiani, di cui si è parlato durante il recente G7 della Veterinaria che si è tenuto a Padova e che ha radunato i capi veterinari di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e i rappresentanti delle più importanti organizzazioni sanitarie internazionali come Commissione Europea, FAO e WOAH.
La rete, che opera sotto il diretto coordinamento del Ministero della Salute, svolge un ruolo decisivo nel controllo e il monitoraggio delle zoonosi, la sicurezza alimentare, la ricerca e il sostegno alle imprese del comparto zootecnico.
10 sedi centrali e 90 sezioni diagnostiche periferiche, oltre 5mila collaboratori tra chimici, biologi, veterinari, personale amministrativo e tecnici, una media di 25 milioni di analisi di laboratorio effettuate annualmente. Sono questi i numeri della Rete degli zooprofilattici che, nei prossimi anni, dovrà affrontare sfide cruciali per la salute a livello nazionale e globale. Le zanzare che viaggiano in tutto il mondo veicolando malattie, l’antimicrobico resistenza e il tema relativo alla sicurezza alimentare sono infatti solo alcune delle tante partite aperte su cui è necessario un approccio integrato.
Nel video i commenti di Claudio Ghittino, DG IZS Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Stefano Palomba, Commissario Straordinario IZS Lazio e Toscana, Antonio Fasanella, DG IZS Puglia e Basilicata, Antonio Limone, DG IZS del Mezzogiorno, Francesca Di Gaudio, DG IZS della Sicilia.