Matteo Renzi: querela per la giornalista Bianca Berlinguer

"Quando dirigevo il Tg3 chiedeva due servizi al giorno. Uno contro 5 stelle e l'altro contro Bersani". Renzi querela Bianca Berlinguer.

Dopo aver perso in tribunale contro Marco Travaglio, l’ex premier Mattero Renzi intenta un’altra azione legale; una citazione in giudizio questa volta contro la giornalista Bianca Berlinguer.

Matteo Renzi cita in giudizio Bianca Berlinguer

Le dichiarazioni di Bianca Berlinguer a Il Fatto Quotidiano non sono piaciute al senatore Matteo Renzi. Pertanto avrebbe dato mandato ai propri legali di procedere contro la ex conduttrice di Cartabianca, appena sbarcata a Mediaset.

L’annuncio della querela arriva dall’ufficio stampa di Italia Viva, il partito di Renzi, che starebbe per citare in giudizio civile e penale la dottoressa Bianca Berlinguer.

“Quando era premier chiedeva due servizi al giorno contro 5 Stelle e Bersani”

In una intervista a FqM la Berlinguer ha ricordato alcuni momenti della sua carriera giornalistica, del passato e del presente, toccando inevitabilmente il tasto del suo ultimo passaggio a Rete 4.

La figlia del compianto Enrico, segretario del Partito comunista italiano, ha rivelato che quando Renzi guidava il governo, e nel frattempo lei dirigeva il Tg3, Renzi la contattava al telefono per chiederle due servizi al giorno. “Un servizio contro i 5 Stelle e un altro contro Bersani”.

 Le accuse a Berlinguer

La giornalista era stata tirata in ballo a proposito del suo passaggio da Rai a Mediaset. “Vedo che oggi il suo giornale attacca me e altri – ha aggiunto Berlinguer nell’intervista incriminata – perché avremmo ceduto al richiamo dei soldi. Il fatto che io sia una donna di sinistra per qualcuno ha generato un’equazione. Che allora dovevo assecondare le decisioni di quella parte politica”.

L’ultima volta era toccato a Travaglio

A inizio 2023 il leader di Italia Viva ha perso la causa contro il giornalista Marco Travaglio. Renzi aveva chiesto un risarcimento danni di 500mila euro al direttore del Fatto. “Solo in un regime totalitario è vietato ridicolizzare un personaggio politico”, fu la risposta dei magistrati. Sarà invece lui a risarcire Travaglio, con un assegno da 42 mila euro.

Una sentenza che ha fatto scuola nel mondo della satira e del giornalismo italiano.