Giungo agli 80 anni di età, una realtà con cui ho grande familiarità. E non c’è nulla di più da dire”, dichiara Reinhold Messner con la sua tipica franchezza che lo ha accompagnato durante la sua vita tra le cime più imponenti del mondo e i vasti deserti di ghiaccio e sabbia. Il 17 settembre non ci sarà nessuna celebrazione esagerata, Messner, originario dell’Alto Adige, passerà il suo ottantesimo compleanno al fianco della moglie Diane in una capanna. I suoi conquistati ottomila metri, le otto vite vissute, e il raggiungimento dell’età di ottanta anni: l’otto è il numero predominante nella vita di Reinhold Messner, e non il sette come pensava in passato. “Ho sette vite, come un gatto”, faceva scherzi quando raggiunse settanta anni, riferendosi ai vari capitoli della sua esistenza: arrampicatore su roccia, alpinista di grandi altitudini, esploratore dei deserti, parlamentare europeo per il partito verde, scrittore, regista, e fondatore di musei. Reinhold non manca di fiducia in sé stesso, ma possiede anche un buon senso di autocritica. Non ha mai nascosto di aver avuto anche una notevole dose di fortuna. Fortunato per essere tornato indenne da tutte le sue avventure. Quando nel 1978, insieme all’austriaco Peter Habeler, decise di scalare l’Everest, la cima più alta del mondo, per la prima volta senza l’uso di bombole di ossigeno, molti erano sicuri che stavano camminando verso una morte inevitabile. Il nativo dell’Alto Adige riconosce anche la fortuna di, come lui stesso lo definisce, la “Gunst der fruhen Geburt” (“la fortuna di essere nato al momento giusto”, una volta tanto il tedesco sembra più poetico), quando esistevano ancora cime che nessuno aveva raggiunto e record da fissare.
Negli ultimi tempi, la barba e la caratteristica chioma di capelli di Messner hanno preso una tonalità più grigia ed anche la sua postura ha perduto qualcosa del vigore di un tempo. Tuttavia, nonostante abbia compiuto ottant’anni, l’icona dell’alpinismo risplende di salute e continua a intraprendere lunghe camminate in Asia insieme alla moglie Diane. Era nei suoi piani fermarsi a sette vite, ma poi è arrivata Diane, nata nel 1980, ed il loro matrimonio (il terzo per lui) nel 2021.
Da qualche tempo, Reinhold Messner si è reso più attivo su vari social media, regalando ai suoi follower dei piccoli scorcio sulla sua vita privata e sul loro romantico percorso insieme. Spesso posta in inglese, dicendo: “Guardo sempre al futuro e mai indietro. È sempre questione di fare ancora e di seguire le proprie passioni. E la mia passione è ancora intensa”, così ha scritto recentemente su Instagram.
Il suo sguardo rivolto al futuro potrebbe forse alludere anche alla questione dell’erede, tema sollevato con dispiacere nel corso di un’intervista l’estate scorsa. La morte, infatti, ha sempre avuto un ruolo significativo nella vita di Messner, particolarmente dal decesso del fratello Gunther avvenuto nel 1970 sul Nanga Parbat. Anche nei suoi messaggi sui social, con frequenza, affronta l’argomento.
Pochi mesi fa, Messner ha fatto preoccupare molti scrivendo di essere giunto al termine, per poi rassicurare tutti in un messaggio successivo: “La morte è un fatto inevitabile. Non intendo alarmare nessuno. Sto bene e sono felice di poter riflettere sul passato: ho vissuto una vita straordinaria con i suoi alti e bassi e ora affronto con serenità i miei ultimi dieci anni. A proposito, non sarò l’unico che partirà”. Questa è la tipica pragmaticità di Messner.