Alcune Ong hanno stilato un rapporto sull’Iran focalizzandosi su un aspetto in particolare, quello delle condanne a morte.
Questa piaga è ancora permessa in molti Paesi e appunto in Iran i numeri sono allarmanti, ad esempio solo nel 2023 hanno subito questo trattamento oltre 800 persone.
La condanna a morte in Iran
La condanna a morte è una tipologia di pena durissima che in Italia abbiamo superato da moltissimo tempo. Però è presente ancora in tanti Paesi del mondo.
Viene decisa per soggetti che arrivano in carcere per motivi gravi contro il governo o contro le altre persone, in questo caso il sistema penitenziario può decidere appunto di condannare a morte un soggetto ritenuto particolarmente pericoloso per la società.
La condanna a morte non viene accettata dalla Chiesa ma soprattutto dai Paesi occidentali come l’Italia, dove anche il reato più efferato trova comunque come massima pena l’ergastolo e mai la morte.
Invece in alcune zone del mondo viene considerata come l’unica soluzione per i casi gravi e uno di questi Paesi è l’Iran, che nel 2023 ha battuto un record.
La ricerca delle Ong riguardo la pena di morte in Iran
Stando a una ricerca effettuata dalle Ong “Iran Human Rights” e “Ensemble contre la peine de mort”, le condanne a morte sono aumentate in Iran.
Il report fa riferimento all’anno 2023, evidenziando un aumento di percentuale del 43% rispetto a quello precedente.
Nel 2023 i condannati a morte sono stati 834 ed è il numero più alto dal 2015.
Si tratta di un dato molto preoccupante ed è la seconda volta in 20 anni che il numero di pene capitali supera 800.