Reati informatici, il DL Giustizia introduce la misura dell'arresto in flagranza

DL Giustizia: la bozza prevede pene più severe per i reati informatici, con arresto in flagranza

A seguito degli ultimi episodi di dossieraggio, la bozza del decreto legge, attesa lunedì al Consiglio dei ministri, prevede nuove disposizioni sui reati informatici, tra cui l’arresto in flagranza.

La bozza del DL Giustizia e i reati informatici

Secondo una bozza del DL Giustizia, esaminata da Public Policy e in discussione oggi durante il pre-Cdm, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria avranno il potere di arrestare in flagranza chiunque venga sorpreso a commettere il reato di “accesso abusivo a un sistema informatico o telematico” che riguardi sistemi di interesse pubblico, tra cui quelli relativi alla difesa, alla sicurezza pubblica, alla sanità e alla protezione civile.

La modifica, che interesserà l’articolo 380 del Codice di procedura penale, rafforza le misure di contrasto ai crimini informatici.

La misura sarebbe contenuta nella bozza del decreto legge, atteso lunedì 25 novembre al Consiglio dei ministri, e si rende necessaria secondo il governo a seguito dei numerosi casi di dossieraggio emersi negli ultimi mesi.

La bozza del DL Giustizia e i reati informatici: le parole del ministro Nordio

Il testo, ancora non definitivo, prevederebbe anche che il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo eserciti le funzioni di impulso per il reato di estorsione informatica.

Inoltre, la bozza stabilisce che la durata massima delle indagini preliminari passi da diciotto mesi a due anni, anche per il reato di estorsione informatica, qualora il crimine riguardi sistemi informatici o telematici di interesse pubblico.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che lo Stato è molto vicino a controllare gli attacchi hacker. Infine, ha spiegato:

“Stiamo investendo cifre molto importanti per realizzare la sicurezza, nella consapevolezza che tutto il mondo è stato trovato impreparato di fronte a questa aggressione dell’hackeraggio, proprio perché i malintenzionati agiscono prima che lo Stato si munisca della normazione necessaria per controllarli. Però arriverà il momento, e per noi è molto vicino, in cui riusciremo a controllarli del tutto”.