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Re Carlo, in visita di cinque giorni in Australia con la regina Camilla, è stato contestato da una senatrice aborigena, che ha accusato la corona di aver rubato le terre australiane.
La disavventura di Re Carlo in Australia
Re Carlo, mentre concludeva un discorso al Parlamento di Canberra, nel quale ha ricordato i suoi anni da studente nel continente e ha parlato della pandemia di Covid e della vulnerabilità dell’Australia alla crisi climatica, Lidia Thorpe, senatrice indipendente di Victoria, si è avvicinata al palco inveendo contro di lui:
“Avete commesso un genocidio contro il nostro popolo. Restituiteci la nostra terra. Restituiteci ciò che ci avete rubato: le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente. Hai distrutto la nostra terra. Dacci un trattato. Vogliamo un trattato in questo paese. Sei un genocida”, ha poi gridato la parlamentare.
Le accuse della senatrice contro Re Carlo
La senatrice ha denunciato quello che ha definito il genocidio degli indigeni australiani durante l’era della colonizzazione europea dell’Australia. È stata una colonia britannica per più di un secolo, durante il quale migliaia di aborigeni australiani furono uccisi e intere comunità furono sfollate. Il Paese ottenne l’indipendenza nel 1901, ma non divenne mai una repubblica a tutti gli effetti. Dunque, Re Carlo resta capo dello Stato.
Mentre gli addetti alla sicurezza la allontanavano, la senatrice impegnata nel sostegno dei diritti degli indigeni ha aggiunto:
“Questa non è la tua terra. Tu non sei il mio re. Tu non sei il nostro re”.
Re Carlo in Australia
Re Carlo III sta effettuando una visita di nove giorni in Australia e a Samoa.
L’Australia ha respinto con un referendum nel 1999 una modifica della Costituzione volta a trasformarla in una Repubblica. Nel 2023, gli australiani hanno respinto, invece, le misure per riconoscere gli australiani indigeni nella Costituzione e creare un’Assemblea consultiva indigena.