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Il Censis, nel suo Rapporto Annuale 2024 sulla situazione sociale dell’Italia, ha presentato lo studio, giunto alla 58ª edizione, presso la sede del CNEL.
Rapporto Censis 2024: gli ultimi aggiornamenti sull’Italia
In Italia, due terzi della popolazione è single, l’età media è elevata, il 58% dei giovani si sente vulnerabile, il 54% soffre di solitudine, il 32% di attacchi di panico o depressione e il 18% di disturbi alimentari: è questa la fotografia che il Censis scatta per il Rapporto 2024.
“Intrappolati nella sindrome italiana“, si scrive in merito alla situazione sociale del Paese.
Questa definizione trova conferma nel concetto di medietà, che suggerisce un continuo galleggiamento e una sopravvivenza che si traduce in una chiusura inevitabile verso un futuro ormai ritenuto privo di significato, in perfetta continuità con l’attuale presente.
“Galleggiare abilmente non ci protegge però da una lunga serie di inconvenienti. Nell’acqua insipida è più difficile restare a galla: se il fluido nel quale siamo immersi cambia densità, o aumentiamo lo sforzo o andiamo giù”, si legge nel Rapporto.
L’85,5% degli italiani ormai è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale. L’Italia registra un arretramento che dura da decenni. Sebbene l’occupazione cresca (+3,8% rispetto al 2007, anno pre-crisi), gli stipendi restano inferiori rispetto alla media europea e il Pil è in calo, poiché i nuovi lavori sono precari, dequalificati, privi di contributi o scarsamente retribuiti. A tal proposito, il 68% degli italiani si sente “stanco e tradito dalla democrazia”.
Rapporto Censis 2024: cosa succede nel Paese?
“Siamo culturalmente preparati al salto d’epoca? La mancanza di conoscenze di base rende i cittadini più disorientati e vulnerabili”.
Per quanto riguarda il sistema scolastico, i traguardi di apprendimento in italiano, ad esempio, non vengono raggiunti dal 24,5% degli alunni al termine delle scuole primarie, dal 39,9% al termine delle scuole medie e dal 43,5% al termine delle scuole superiori. Nei licei professionali, la percentuale sale drammaticamente all’80%.
Nel limbo dell’ignoranza prosperano stereotipi e pregiudizi: il 20,9% degli italiani crede che gli ebrei controllino il mondo tramite la finanza, il 15,3% considera l’omosessualità una malattia, il 13,1% pensa che l’intelligenza dipenda dall’etnia, il 9,2% ritiene che la propensione alla criminalità sia di origine genetica, e l’8,3% confonde islam e jihadismo.
Un problema profondamente radicato nel Paese riguarda le difficoltà psicologiche vissute principalmente dai giovani: il 58,1% degli italiani tra i 18 e i 34 anni si sente fragile, il 56,5% avverte solitudine, il 51,8% soffre di ansia o depressione, il 32,7% di attacchi di panico e il 18,3% di disturbi alimentari, come anoressia e bulimia. La casa diventa il luogo della solitudine per queste difficoltà.
Dopo l’esperienza traumatica della pandemia, è sempre più evidente il ritorno alla socialità. Nonostante ciò, nel 2023 le persone sole hanno superato gli 8,8 milioni (+18,4% dal 2013). I vedovi (3,1 milioni) costituiscono il 34,8% delle persone sole, i single (celibi e nubili o separati e divorziati) sono il 65,2% (5,8 milioni).
Rapporto Censis 2024: bene il turismo, ma non l’industria
La produzione manifatturiera italiana ha intrapreso una corrente negativa, registrando un calo del 1,2% tra il 2019 e il 2023. Il confronto tra i primi otto mesi del 2024 e lo stesso periodo del 2023 evidenzia una diminuzione del 3,4%. Al contrario, il turismo in Italia ha visto un incremento, con 447 milioni di presenze nel 2023, segnando un aumento del 18,7% rispetto al 2013. L’incremento più significativo del decennio proviene dal turismo estero (+26,7%), con 234 milioni di presenze, mentre quello domestico è aumentato del 10,9%.
A Roma, le presenze turistiche nel 2023 hanno superato i 37 milioni. In termini di produttività, tra il 2003 e il 2023, le attività terziarie hanno visto una riduzione del valore aggiunto per occupato dell’1,2%, mentre l’industria ha registrato un aumento del 10,0%.
Accanto all’aumento degli occupati e del turismo, si osserva un preoccupante incremento della denatalità e del debito pubblico. L’Italia sta affrontando una crisi demografica che potrebbe avere effetti a lungo termine sul sistema previdenziale e sull’economia in generale.