Negli ultimi anni, il carcere italiano ha visto diverse riforme mirate a migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Tra le novità più recenti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha introdotto nuove linee guida riguardanti i colloqui e i rapporti intimi tra i detenuti. Queste modifiche mirano a trovare un equilibrio tra il rispetto delle necessità umane dei prigionieri e le esigenze di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari.
Detenuti e nuove normative: chi riguarda il cambiamento?
Secondo i dati più recenti, aggiornati a dicembre 2024, circa 17.000 detenuti potrebbero beneficiare delle nuove disposizioni. Tuttavia, sono esclusi da questa opportunità coloro che sono sottoposti a regimi detentivi speciali, come quelli previsti dagli articoli 41-bis e 14-bis dell’Ordinamento penitenziario, a causa di motivi di sicurezza o per il mantenimento dell’ordine e della disciplina all’interno degli istituti.
Inoltre, non possono accedere ai benefici i detenuti che abbiano già usufruito di un permesso nell’anno di riferimento o quelli che abbiano commesso infrazioni disciplinari; questi ultimi dovranno attendere almeno sei mesi prima di poter richiedere il beneficio. Infine, l’accesso è vietato a chiunque sia stato sorpreso in possesso di sostanze stupefacenti, telefoni cellulari o oggetti atti a offendere.
Rapporti intimi in carcere, cambia tutto: le nuove regole del Dap
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha recentemente pubblicato nuove linee che saranno concesse con la stessa frequenza dei colloqui visivi mensili e avranno una durata massima di due ore. Potranno beneficiarne esclusivamente il coniuge o la persona con cui il detenuto vive stabilmente.
“Fissano una disciplina volta a stabilire termini e modalità di esplicazione del diritto all’affettività, individuare i destinatari, interni ed esterni, per la concessione di colloqui intimi, fissare il loro numero, la loro durata, la loro frequenza, con la conseguente determinazione delle misure organizzative interne”.
La normativa, firmata dal capo del Dap, Lina Di Domenico, è stata inviata ai direttori degli istituti penitenziari. Le camere destinate agli incontri, dotate di letto e servizi igienici, non avranno la possibilità di essere chiuse dall’interno e saranno sorvegliate esclusivamente all’esterno da agenti di polizia penitenziaria. Il personale sarà equipaggiato per garantire il controllo sia del detenuto che della persona ammissibile al colloquio, oltre a effettuare ispezioni prima e dopo l’incontro.
L’obiettivo, come sottolineato dalle autorità competenti, è garantire ai detenuti l’esercizio del diritto all’affettività all’interno degli istituti penitenziari, in conformità con quanto stabilito dalla sentenza n. 10 del 2024 della Corte Costituzionale. Questo diritto, che riconosce l’importanza delle relazioni affettive per il benessere psicologico dei prigionieri, si inserisce all’interno di un quadro normativo volto a tutelare la dignità e i diritti fondamentali delle persone detenute, promuovendo un equilibrio tra sicurezza e umanità all’interno del sistema carcerario.
I provveditori individueranno le strutture penitenziarie idonee e adotteranno le misure necessarie per garantire questo diritto in altri istituti. Inizialmente, gli spazi saranno disponibili in sei istituti (Brescia, Trento, Civitavecchia, Bologna, Secondigliano e Sollicciano), ma in futuro solo 32 strutture offriranno tali spazi.