Il rapimento in clinica
Un episodio inquietante ha scosso la comunità di Cosenza, dove una neonata di appena un giorno è stata rapita da una donna che si è spacciata per infermiera. Rosa Vespa, 51 anni, è entrata nella clinica con l’intento di portare via il primo neonato che le fosse capitato. L’azione, avvenuta durante l’orario delle visite, ha lasciato senza parole i familiari e il personale medico. La madre, che aveva partorito da meno di 24 ore, si è vista strappare la figlia senza alcun preavviso, dando inizio a un incubo che sarebbe durato solo poche ore.
La simulazione della gravidanza
Secondo le indagini, la donna avrebbe ingannato il compagno, Aqua Moses, 43 anni, dicendo di aspettare un figlio maschio. Questo stratagemma ha permesso alla coppia di preparare un piano di rapimento che ha dell’incredibile. La neonata è stata ritrovata in una casa a Cosenza, vestita di azzurro, nel bel mezzo di una festa di benvenuto, un chiaro segnale della follia di un gesto che ha messo in pericolo una vita innocente. Gli inquirenti si interrogano su come sia stato possibile che due sconosciuti siano riusciti a superare i controlli di sicurezza e accedere alla stanza della madre, dove la neonata era coccolata dalla nonna.
Il ritrovamento e l’arresto
Fortunatamente, il rapimento si è concluso in tempi brevi. Alle 22, la piccola è stata ritrovata e restituita alla madre, che ha potuto riabbracciarla dopo un’angoscia durata solo quattro ore. Gli arresti dei due sequestratori sono avvenuti immediatamente, grazie a un’operazione di ricerca a tappeto da parte delle forze dell’ordine. La gratitudine della famiglia è palpabile, ma rimane un interrogativo: come è stato possibile che una simile tragedia si sia verificata in un luogo dove la sicurezza dovrebbe essere garantita? Questo episodio solleva interrogativi sulla protezione dei neonati e sulla necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza nelle strutture sanitarie.