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Rai: vertici in stand by alle Camere, proroga, Cda 'ponte' e riforma, le ipotesi per risolvere il rebus

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Roma, 11 set (Adnkronos) - Slitta ancora la nomina del Cda della Rai. Dopo l'ultimo vertice di maggioranza, dal quale era già trapelata la possibile 'frenata', il Parlamento fotografa lo stallo sul rinnovo dei vertici di viale Mazzini. Se ne parla il 26 settembre, quando Camera...

Roma, 11 set (Adnkronos) – Slitta ancora la nomina del Cda della Rai. Dopo l'ultimo vertice di maggioranza, dal quale era già trapelata la possibile 'frenata', il Parlamento fotografa lo stallo sul rinnovo dei vertici di viale Mazzini. Se ne parla il 26 settembre, quando Camera e Senato hanno calendarizzato il voto dei componenti di indicazione parlamentare (4 in totale, 2 per parte). Salvo cambiamenti da qui ai prossimi giorni.

"L'ennesimo pasticcio. Avevamo detto che non erano pronti, ed è confermato", commentato il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. L'opposizione esulta e segna un punto a suo favore. Dalla riunione tra Meloni, Salvini e Tajani di fine agosto era stata ipotizzata una prima data: 12 settembre, spostata ulteriormente dopo le riunioni dei capigruppo. "Hanno trovato un muro", sottolineano fonti parlamentari di opposizione.

Appena ieri, martedì, il fronte unito del 'campo largo' aveva respinto ogni ipotesi di intesa sulla Rai, indispensabile per la legge che chiede il via libera qualificato in Vigilanza per la ratifica del presidente. "Riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici", è la linea di Pd, M5s, Iv, Avs, Azione. Così è stato impossibile in capigruppo fissare un termine a breve in Parlamento sulla Rai. "Per il momento abbiamo allineato le date, poi vediamo se sarà quella giusta. E' tutto da vedere, anche lì sono tutti contro tutti ed è evidente che sono divisi", spiegato sempre Boccia alludendo al 'clima' in maggioranza.

(Adnkronos) – Diverse, a questo punto, le ipotesi che si fanno per la soluzione del puzzle Rai. Che appare sempre più complicato quanto più si rinvia la data del voto del Parlamento, il primo atto formale per avere la nuova governance. Sullo sfondo, poi, c'è Bruxelles. In particolare il recepimento del Media freedom act chiesto dall'Ue con conseguente modifica dei criteri di nomina dei vertici della Tv pubblica.

L'Italia dovrebbe adeguarsi entro agosto, pena l'apertura di una procedura di infrazione europea. Da qui l'invito dell'opposizione "a procedere ad un confronto in commissione per una riforma organica della governance Rai". E anche l'atteggiamento deciso del 'campo largo': "Non avranno mai i nostri voti per il presidente", assicurano i deputati che seguono da vicino il dossier per l'opposizione. I nomi dei papabili presidenti di garanzia continuano a circolare: Milena Gabanelli, Ferruccio De Bortoli (che però avrebbe già comunicato il suo 'no, grazie'), Giovanni Minoli, Claudia Mazzola (presidente RaiCom) e ultimo anche Walter Veltroni.

A completare il board, con Giampaolo Rossi nel ruolo di Ad, per il ruolo di Dg si fanno di nomi di Antonio Pionati, Maurizio Fattaccio (direttore Affari legali), Marco Cunsolo (direttore produzione Tv) tra gli altri. Ma il rebus ancora non è risolto. Tanto che si fanno strada altre soluzioni per chiudere la partita: un Cda 'ponte', magari affidato a soli interni, o la proroga degli attuali vertici con il componente anziano (Roberto Sergio) presidente. Nel frattempo, entro agosto, Meloni potrebbe lavorare con calma alla riforma della governance, stoppando discussioni e polemiche in maggioranza, decidere le nuove regole presentandole alla nuova Commissione Ue (nelle mani del vice presidente Raffaele Fitto?) evitando così l'infrazione. Il tutto d'intesa con l'opposizione, previo accordo con i leader a partire da Elly Schlein. "Perchè no?", chiosa un deputato dem molto influente.