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**Rai: Rizzo Nervo, 'ora chi garantisce che nel frattempo non avvengano nomine?**

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Roma, 4 lug. (Adnkronos) - "Mi sembra una vicenda francamente kafkiana, da una parte il Tar dice che il nostro ricorso è meritevole di essere esaminato e per questo fissa l'udienza il 23 ottobre, dall'altra il Cds dice che non interviene perché c'è l'udi...

Roma, 4 lug. (Adnkronos) – "Mi sembra una vicenda francamente kafkiana, da una parte il Tar dice che il nostro ricorso è meritevole di essere esaminato e per questo fissa l'udienza il 23 ottobre, dall'altra il Cds dice che non interviene perché c'è l'udienza del Tar: non si capisce però chi garantisca che nel frattempo non avvengano le nomine". A dirlo all'Adnkronos è il consigliere Nino Rizzo Nervo, commentando a caldo la decisione del Consiglio di Stato che ha respinto l'appello – dove lui figura tra i ricorrenti- di sospendere l'iter delle nomine Rai perché in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e con le nuove norme europee.

"Il Consiglio di Stato -spiega Rizzo Nervo- ha respinto il ricorso sulla base della 'mancanza di interesse', in quanto le nomine non sono ancora avvenute. Ora, io non sono un giurista ma una volta che le nomine sono avvenute è probabile che si dirà che è un voto politico della Camera e non si possono sindacare". La delusione c'è: "Un ricorso può essere o meno accolto, non è una questione di vita o di morte, ma la logica vorrebbe che, nel momento in cui il Tar afferma che il ricorso è meritevole di essere affrontato, si garantisse che nel frattempo non avvengano le nomine-dice il candidato al cda-. Noi francamente puntavamo sul fatto che si decidesse per la sospensiva fino al 23 ottobre, la data dell'udienza di merito. La decisione è un po' inspiegabile nel momento in cui loro stessi, tra le motivazioni, hanno indicato proprio l'udienza di merito fissata dal Tar".

La sensazione "è quella che non ci si sia voluti prendere nessuna responsabilità -scandisce Rizzo Nervo- oppure sono convinti che Camera e Senato non facciano le nomine fino al 23 ottobre, e non resta che sperare che abbiano ragione".