Alle prese con un pensionamento ormai indifferibile (si parla del 22 febbraio, giorno della “liberazione” per molti dipendenti che lavorano a RAI ITALIA), Fabrizio Ferragni, classe 1958, giornalista dal congruo stipendio di 236.000 euro l’anno (roba da quasi 900 euro al giorno di soldi pubblici) alla guida di quella che è stata ribattezzata “Offerta Estera” non manca di fare notizia a modo suo visto che un pezzo (di fatto!) non lo scrive forse da 8, 9 anni.
Insomma, il neo arrivato Signor Rossi, AD della tv meloniana con tutti i gradi e gli stemmi di una militanza sodale, il buon Ferragni (dalla radici “sinistre”, oggi in quota alla più tranquilla e spartitoria Forza Italia) se l’è trovato subito sulla scrivania per almeno tre ragioni che ne illustrano l’evidente precarietà e la discutibile gestione.
La prima è il chiacchierato contratto offerto a Giampiero Marrazzo, fratello di quel Marrazzo lì, in cerca di nuova verginità con un libro che sul “fattaccio” che lo riguardò al tempo avrebbe potuto dire molto di più e non l’ha fatto: ebbene, al fratello d’Italia, pure lui, è stata proposta (ed in via di contrattualizzazione) la conduzione di 180 puntate di Casa Italia, il quotidiano ben gestito dall’interna Roberta Amendola alla quale il prode Ferragni ha deciso di donare per il prossimo Natale (e l’anno a venire, quello del Giubileo!) una “stampella” di cortesia per ingraziarsi l’amico di una volta (Piero, in questo caso!) e fare della sua gestione un orticello da sei milioni di euro l’anno, dove nessuno può e deve toccare palla.
Contratto che ha fatto storcere il naso ai 1700 giornalisti Rai che pascolano (a volte senza far nulla) per i corridoi di Saxa Rubra o Via Teulada, senza che alcun dirigente si curi di loro e, più ancora, del loro tempo prezioso regalato al vento. Ora, senza voler discutere le doti dell’esterno in questione (eppure il cognome da solo basterebbe a fare la differenza!) la domanda da fare al cheto ed ondivago Ferragni sorgerebbe spontanea: possibile che Marrazzo Jr.
fosse una figura indispensabile per quel programma al punto di chiederne il contratto, calpestando (e non poco) le legittime ambizioni di interni senza collocazione? Ci verrebbe da dire: con un Sangiuliano fermo al palo, appena dimissionato, quale necessità c’era (se non quella di tenersi buona la famiglia Marrazzo) di caricarsi sulla barca un altro fardello?
Ma non è tutto, perché per Fabrizio Ferragni (arrivato anche a spendere 55mila euro per una puntata di Italian Genius della 42° Parallelo, società esterna che il piccolo ras di Teulada amerebbe non poco) arrivano grane proprio per quel suo gioiellino: un effettivo “branded content”, pagato a carissimo prezzo (più di 1000 euro al minuto) come se si trattasse di una Rete generalista, per il quale – vedasi puntata dedicata alla famiglia Allegrini (quelli della Valpolicella) – parrebbe che si siano mossi avvocati di Milano, Torino, Verona e Genova per chiedere lumi su un evidenza “svista societaria” che il produttore esterno e chi di RAI ITALIA si occupava del prodotto avrebbero fatto in barba alla puntualità narrativa necessaria quando si parla di Servizio Pubblico.
Insomma, leggerezza e confusione, che speriamo il capo dell’Offerta Estera possa al più presto spiegare al Signor Rossi, del quale – fonti a lui vicine – sussurrano che starsene rintanato a Viale Mazzini senza colpo ferire nel più classico dei modelli gattopardiani sia ad oggi lo sport preferito.
Ma Ferragni non si ferma e nonostante la “pensione” ormai alle porte (tre mesi e non di più di comoda poltrona), da RAI ITALIA fonti ben informate fanno sapere che il “plenipotenziario forzista” starebbe avvelenando i pozzi, confermando a destra e manca progetti e programmi che non potrà seguire e giocandosi il budget di un intero anno in pochi giorni che mancano alla scadenza del suo mandato: insomma, chi arriverà non troverà “trippa per gatti”.
Non da ultimo il clericale Fabrizio, che “Dentro al Giubileo” c’era già entrato nel lontano 2000, starebbe pensando di fare cose in grande per l’apertura della porta santa: “Facciamo una diretta mondiale”, avrebbe detto ai suoi, dimentico dei 4 palinsesti che sforna ogni giorno ad orari necessariamente diversi: un errore marchiano che la dice lunga su un direttore fuori sintonia dal suo stesso prodotto e dalle abitudini (e dagli orari!) dei malcapitati italiani all’estero.
Anche un bimbo delle elementari capirebbe che una “diretta mondiale” (col picco presumibilmente alle 21.00 del 24 dicembre), varrebbe a dire trasmettere immagini così importanti alle 12.00 in West America, ma alle 6.00 del mattino in South Australia. Una specie di “papocchio” per mettersi una stelletta sul petto, ma non certo per fare gli interessi diversificati di una “platea” di 85 milioni (in 174 Paesi) di malcapitati che a vedere Papa Francesco dare il via al Giubileo ci terrebbero e non poco.
Inezie, che tuttavia danno il senso di una direzione opinabile, sulla qualche ci sarebbe da dire tanto altro e non è detto che non accada. Intanto, buon lavoro Direttore: per quel poco che le manca!