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Il passaggio di Raffaele Fitto a commissario europeo
Raffaele Fitto, attuale ministro, si prepara a lasciare il suo incarico per assumere il ruolo di commissario europeo e vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea. Questo cambiamento, previsto per la fine di novembre, rappresenta un momento cruciale per il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni. La sua nomina è vista come un’opportunità per rafforzare la presenza italiana in Europa, ma porta con sé anche una serie di sfide politiche significative.
Le sfide della sostituzione
Con l’uscita di Fitto, si apre un dibattito su chi possa sostituirlo. Giorgia Meloni, secondo fonti vicine, non ha ancora preso una decisione definitiva e aspetta di valutare l’esito dell’audizione di Fitto al Parlamento europeo. La scelta di un successore è delicata, poiché il nuovo ministro dovrà gestire dossier cruciali come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e i Fondi di coesione. Si parla di una figura tecnica che possa affrontare questi temi con competenza, evitando di creare ulteriori tensioni all’interno della maggioranza.
Il contesto politico europeo
Fitto, sostenuto da partiti conservatori europei, dovrà affrontare un esame difficile, incentrato sull’europeismo. Le sue posizioni saranno scrutinati da avversari politici che hanno già espresso preoccupazioni riguardo a possibili deviazioni dalla piattaforma pro-europea. La situazione è complicata dalla necessità di ottenere una maggioranza qualificata in commissione, dove le eurodestre da sole non bastano. Questo scenario mette in evidenza le fragilità della coalizione di governo e la necessità di una strategia ben definita per affrontare le sfide europee.
Le possibili soluzioni per il governo italiano
In attesa di una decisione, Meloni sta considerando diverse opzioni per la successione. Tra i nomi circolati, Ylenja Lucaselli ha declinato l’offerta, mentre altri suggerimenti puntano a una divisione dei portafogli attualmente in mano a Fitto. La questione è ulteriormente complicata dalla situazione di altri membri del governo, come la ministra del Turismo, Daniela Santanché, la cui posizione è incerta. La necessità di un ricambio rapido è evidente, soprattutto per evitare che le incertezze politiche possano influenzare negativamente l’immagine del governo.