La zona di Rafah ha sempre rappresentato un’area strategica dall’inizio della guerra in Medio Oriente, perché essendo situata al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto era luogo ideale per permettere il passaggio di aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
Le cose sono cambiate con l’inizio dell’occupazione israeliana nella regione. Il numero di morti fra i civili si è drammaticamente impennato, mentre gli aiuti umanitari entrati nell’enclave sono sempre di meno.
Israele occupa Rafah: il messaggio dell’Onu sugli aiuti nella Striscia
L’Onu lancia l’allarme su Rafah e avvisa sul dramma che stanno vivendo i palestinesi nella Striscia di Gaza: “La quantità di cibo e di altri aiuti che entrano a Gaza, già insufficiente a soddisfare le crescenti necessità, si è ulteriormente ridotta dal 7 maggio“.
La data citata non è casuale, ma corrisponde all’inizio dell’occupazione israeliana di Rafah. Da 176 camion di media giornaliera che avevano avuto accesso alla Striscia sino a quel momento, si è scesi a soli 58: il 67% in meno.
Israele occupa Rafah: i numeri degli aiuti
Da quello che sappiamo, le Nazioni Unite da tempo affermano che sarebbero necessari almeno 500 camion al giorno di aiuti e merci e che questi dovrebbero poter entrare a Gaza.
Un numero, per la verità, mai raggiunto, ma che ora sembra essere più lontano che mai. E le conseguenze, attraverso anche i tanti video e le immagini che arrivano da quella parte del mondo e che stanno circolando ovunque, appaiono tristemente evidenti.