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Quarto Grado, intervistata la nonna di Elena: "Non era un raptus, ma una premeditazione esagerata"

Quarto Grado nonna Elena

"Martina è una ragazza cattiva", così la nonna paterna che è intervenuta in un'intervista mandata in onda nella puntata di Quarto Grado del primo luglio.

“È impossibile non affezionarsi a Elena, Era una bambina meravigliosa di una bontà particolare”, sono queste le parole dolorose che sono state pronunciate dalla nonna di Elena Dal Pozzo, Rosaria Testa. 

Nel corso della puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì 1 luglio, la donna ha ripercorso, in un’intervista con il giornalista Matteo Macuglia, alcune dinamiche che ruotavano attorno alla morte della bambina deceduta alla tenera età di 5 anni per mano della madre Martina Patti. 

Quarto Grado, torna a parlare la nonna di Elena: “Ha ucciso sua figlia. Non sta né in cielo né in terra”. 

La nonna ha esordito spiegando che ancora non si capacità del perché Martina abbia ucciso la figlia: “Noi ci aspettavamo una guerra legale che iniziava con lei che ci toglieva la bambina. […] che lei sia stata un tipo che era bugiarda, lo sapevamo, ma qua stiamo parlando di un’uccisione. Ha ucciso sua figlia, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Non c’è nessuna motivazione e più passa il tempo e più non lo capiamo”.

Riguardo al fatto che Martina Patti sia stata lucida al momento del delitto non ha avuto dubbi: “Si capisce che lo è perché lei dice solo le cose che vengono scoperte e allora le ammette oppure quando vede che è messa alle strette, ma le cose che non… dice che non ricordo”. 

Sulla nuova compagna del figlio: “Anche lei diceva ‘la mia bambina’”

Nel corso della lunga riflessione della donna, si è anche parlato del rapporto tra la piccola Elena e la nuova compagna del figlio, Laura. Anche lei, ha spiegato la nonna, si era affezionata alla bambina: “Erano stati insieme anche la sera prima, tutto il pomeriggio perché Elena era una bambina che quando ti prendeva che doveva giocare non ti lasciava più”.

Quando il giornalista ha chiesto se anche questo dettaglio abbia influito sul delitto, la donna ha risposto: “Non penso perché aveva la sua storia, poi siccome lei era una ragazza non di queste buone avesse anche unito la situazione di mio figlio diceva magari ‘No, non voglio che si affeziona’... ma questo perché era “tinta” (diciamo così in dialetto), perché era una ragazza così cattiva. Ha infine concluso: “Non si è trattato di un raptus, non si è trattato di un momento di nervosismo. Si è trattato di una premeditazione esagerata”