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Lavorare nelle ambasciate è un traguardo importante e molto ambito dalle forze dell’ordine. Il Comando carabinieri Ministero degli affari esteri è il reparto preposto alla tutela della sicurezza delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero. Vediamo quanto guadagna un carabiniere in ambasciata.
Comando carabinieri nelle ambasciate
Per un carabiniere lavorare in ambasciata è verosimilmente uno degli impieghi più ambiti. Per conseguire tale carica è necessario candidarsi avendo esperienza e una carriera straordinaria. Solitamente nelle ambasciate vengono assegnati Colonnelli, Tenenti Colonnelli o sottufficiali del ruolo Marescialli (selezionati come assistenti), in seguito alla raccomandazione di un Comandante. Devono avere, inoltre, una grande conoscenza della lingua del posto d’arrivo.
Come funziona la carica
Per ottenere la carica di carabiniere nelle ambasciate è necessario seguire una selezione molto restrittiva. Infatti ogni ambasciata italiana all’estero ha un numero di posti limitato e una durata che va da 1 a 3 anni, a seconda del ruolo che il carabiniere assume. I posti sono suddivisi in: rappresentanze nazionali, nella NATO, in missioni di assistenza o cooperazione nazionale e comandi di contingenza. Nel caso in cui vi sia una permanenza all’estero per un lungo periodo è consentito anche potersi trasferire con la propria famiglia, tutto pagato dallo Stato (trasloco e viaggi di andata e ritorno).
Stipendio
Il Comando carabinieri Ministero degli affari esteri hanno un contributo da parte dello Stato di 1,7 miliardi di euro all’anno. Nello specifico, un carabiniere in servizio all’ambasciata guadagna 8 mila euro al mese, tra stipendio e indennizzi. Si spiega in questo modo la corsa alla carica di carabiniere in ambasciata, a volte a discapito della stabilità (anche psicologia) della propria famiglia, costretta più volte a cambiare abitudini e paese.