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Quali effetti benefici del CBD sono già stati testati scientificamente

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Dal gennaio 2017, anno in cui la legge 242/2017 che ha legalizzato la vendita e l’utilizzo di cannabis light è entrata in vigore in Italia, i riflettori della scienza e della medicina si sono accesi molto di più su questo prodotto, spesso e soprattutto di recente oggetto di controversie governative.

L’assenza di effetti psicotici che causano dipendenza, per via di una bassa percentuale di THC che non supera lo 0,5% in favore dell’alta percentuale di CBD, ha spinto la comunità scientifica a condurre molte ricerche che hanno rivelato gli effetti benefici del cannabidiolo CBD.

Questo derivato della cannabis sativa essiccata si trova in commercio negli shop di prodotti al cbd sottoforma di infiorescenze, capsule e olio. Con l’olio di CBD, poi, si realizzano anche cosmetici e prodotti per il consumo alimentare.

Il CBD è oggi uno dei rimedi naturali a cui si ricorre di più per il trattamento e la prevenzione di molti disturbi e patologie. Ed è proprio per questa sua popolarità che la ricerca medica e scientifica non ha mai smesso di condurre studi e approfondimenti per verificare e aggiornare i dati in suo possesso sull’effettiva presenza di effetti benefici per la salute.

Benefici del CBD: la scienza si impegna a dimostrarli

È già stato dimostrato scientificamente che una buona percentuale di chi soffre di stati di ansia e insonnia o di chi, più in generale, ha bisogno di un aiuto per combattere lo stress, ha ottenuto un effettivo miglioramento nella riduzione dei disturbi del sonno e nella gestione dei periodi di vita più intensi e demotivanti, merito delle proprietà sedative e calmanti attribuite a THC e CBD.

Altre importanti ricerche hanno riconosciuto dei benefici attribuiti al CBD nella gestione del dolore cronico e delle infiammazioni. Fra cui il contributo della Fondazione Veronesi, da decenni in prima linea per la ricerca sui tumori in Italia, che ha mostrato come le molecole contenute nella cannabis siano in grado di generare un effetto farmacologico e, dunque, di sostenere l’utilizzo efficace della cannabis a scopi terapeutici sempre e soltanto sotto stretto controllo medico.

I risultati di una recente ricerca statunitense hanno, inoltre, evidenziato che tra le proprietà terapeutiche della cannabis ce ne sono alcune che potrebbero essere in grado di alleviare i sintomi di alcune specifiche malattie. Si tratterebbe del dolore neuropatico, degli spasmi muscolari dovuti alla sclerosi multipla e della nausea e vomito causati dalla chemioterapia.

Sebbene la ricerca non sia ancora giunta a conclusione, i medici sembrerebbero già essere d’accordo sul fatto che un dolore cronico che si manifesta improvvisamente e senza una causa apparente come il dolore neuropatico, e dunque attribuito ad un malfunzionamento del sistema nervoso, possa essere attenuato dai potenziali benefici della cannabis.

Olio di CBD: beneficio per dermatite atopica e psoriasi

Anche in merito all’efficacia dell’olio di CBD le ricerche scientifiche sono molto attive. In particolare, alcuni test si sono occupati di valutarne gli effetti benefici nel trattamento di condizioni cutanee come la dermatite atopica e la psoriasi.

Oggi, infatti, sempre più studi clinici sembrerebbero essere arrivati vicini alla conclusione che il CBD sarebbe in grado di risolvere queste problematiche della pelle che colpiscono milioni di persone. Ricorrere all’olio di CBD venduto su CBDMania come trattamento alternativo oltre che rimedio naturale per le malattie della pelle è, dunque, una soluzione dal grande impatto scientifico.

Pertanto, sembrerebbe che l’olio di CBD, puro o contenuto nelle creme per l’applicazione topica, utilizzato in pazienti affetti da dermatite atopica sia in grado di ridurne la gravità dei sintomi del 43%, secondo quanto riscontrato da una ricerca svolta con una metodologia rigorosa per garantire l’affidabilità dei risultati.

Anche per quanto riguarda la cura della pelle in pazienti affetti da psoriasi gli effetti benefici del CBD riscontrati sarebbero sorprendentemente positivi, sia in merito alla riduzione dei sintomi che dei punteggi di gravità della malattia. Nelle persone che si sono sottoposte a trattamenti a base di CBD, infatti, ne è stata riconosciuta l’efficacia del cannabidiolo dopo poche settimane di applicazione quotidiana, con un effettivo miglioramento del 40% delle aree colpite da psoriasi.