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Protezione Civile, terremoto Campi Flegrei: perché l’allarme preoccupa i cittadini?

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Campi Flegrei, terremoto e paura: lo sciame sismico continua. La Protezione Civile avverte sui rischi, mentre il sindaco rassicura. Il bradisismo mantiene alta l’attenzione sulla zona vulcanica.

L’area dei Campi Flegrei continua a tremare. Nella notte tra domenica e lunedì, una scossa di magnitudo 3.9 ha colpito il territorio, spingendo molte persone a riversarsi in strada o a passare la notte in auto, nel timore di nuovi crolli.

Protezione civile sul terremoto ai Campi Flegrei: “Con magnitudo 5 cadono i palazzi”

Lo sciame sismico, il terremoto non si arresta. Ogni giorno viene registrata almeno una scossa superiore a magnitudo 3.0. L’ultima, di magnitudo 2.3, è stata avvertita alle 2:34 della scorsa notte.

La situazione ha spinto il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, a intervenire con un monito chiaro: “Con una scossa di magnitudo 5 cadono i palazzi e si contano i morti”. Parole che hanno fatto scalpore tra i residenti. Già provati da mesi di tensione per il fenomeno del bradisismo.

Il sindaco di Pozzuoli, però, ha ridimensionato l’allarme: “La gente è spaventata ed è giusto dare risposte, ma c’è anche chi strumentalizza la situazione.

Campi Flegrei, terremoto e bradisismo: la protezione civile rassicura, ma la paura resta

La frase di Ciciliano era una replica a una signora che continuava a chiedere le stesse cose senza ascoltare le risposte. Se ci fosse stato un reale pericolo di crolli, lo avrebbe detto chiaramente”.

Insomma la zona dei campi Flegrei non trova pace.

I Campi Flegrei, il cui nome deriva dal greco antico e significa “campi ardenti”, sono una vasta caldera vulcanica attiva da oltre 80.000 anni. L’ultima eruzione risale al 1538, ma il territorio, che comprende i comuni di Bacoli e Pozzuoli, continua a mostrare segnali di attività. E il bradisismo, fenomeno di innalzamento e abbassamento del suolo, resta sotto stretta osservazione.

Nel frattempo, la paura tra i cittadini non si placa. Le scosse continuano e molti preferiscono ancora non rientrare nelle loro abitazioni.