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La crescente crisi abitativa a Bologna
Bologna, una delle città universitarie più ambite d’Italia, sta affrontando una crisi abitativa senza precedenti. Gli affitti brevi, in particolare quelli offerti da piattaforme come Airbnb, stanno rendendo sempre più difficile per studenti e residenti trovare alloggi a prezzi accessibili. La protesta che ha recentemente colpito il centro della città, con la vetrina di via Guerrazzi imbrattata di rosso e la scritta ‘Stop Airbnb’, è solo l’ultimo atto di una lotta che coinvolge cittadini e associazioni locali.
Il messaggio di Robin Hood
Il gesto di protesta, attribuito al gruppo autodefinito ‘Robin Hood degli affitti’, ha attirato l’attenzione su un problema che affligge non solo Bologna, ma molte altre città italiane. Il volantino lasciato accanto alla vetrina imbrattata invita i cittadini a unirsi alla causa, sigillando gli smart locker e opponendosi all’occupazione del mercato immobiliare da parte delle piattaforme di affitti brevi. Questo movimento sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficoltà di trovare un alloggio dignitoso e accessibile.
Le reazioni del settore degli affitti brevi
La reazione degli operatori del settore degli affitti brevi è stata immediata e durissima. Molti gestori rifiutano l’accusa di contribuire alla crisi abitativa, sostenendo che offrono una soluzione temporanea per turisti e viaggiatori. Tuttavia, i dati mostrano un aumento significativo degli affitti brevi, che sottraggono unità abitative dal mercato tradizionale, aggravando ulteriormente la situazione per chi cerca una casa in affitto. La tensione tra residenti e operatori del settore è palpabile, e la protesta di Bologna potrebbe essere solo l’inizio di un movimento più ampio.