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Proteste a Selargius contro il Tyrrhenian Link: tensioni e sgomberi

Manifestazione a Selargius contro il Tyrrhenian Link

Un'ora di blocco stradale e tensioni tra manifestanti e forze dell'ordine

Il contesto delle manifestazioni

Le manifestazioni contro il progetto del Tyrrhenian Link, un’importante opera di interconnessione elettrica, hanno raggiunto un nuovo picco a Selargius, in Sardegna. I manifestanti, circa trenta, si sono radunati per esprimere il loro dissenso nei confronti della realizzazione della stazione di conversione dell’impianto, un’opera che ha suscitato preoccupazioni ambientali e sociali. La strada statale 387 è stata bloccata per circa un’ora, creando disagi al traffico e attirando l’attenzione delle forze dell’ordine, che sono intervenute in tenuta antisommossa.

Momenti di tensione e sgomberi

Il blocco del transito ha generato momenti di tensione, con i manifestanti che hanno espresso il loro malcontento attraverso slogan e cori in sardo, come “bregungia, bregungia”, che significa “vergogna, vergogna”. Questo grido di protesta si riferiva in particolare allo sgombero avvenuto nelle prime ore del mattino, quando le forze dell’ordine hanno rimosso gli occupanti dall’area destinata alla costruzione della stazione. Nonostante lo sgombero sia avvenuto senza incidenti, il tam tam sui social ha richiamato altre persone a unirsi alla protesta nel pomeriggio, aumentando la tensione e la partecipazione.

Le voci dei manifestanti

Rita Corda, una delle portavoce del comitato No Tyrrhenian, ha dichiarato: “Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni”. Questa frase riassume il sentimento di abbandono e frustrazione che molti manifestanti provano nei confronti delle autorità locali e nazionali. La realizzazione del Tyrrhenian Link è vista da molti come una minaccia per l’ambiente e per le comunità locali, che temono di essere escluse dai processi decisionali che riguardano il loro territorio. Le manifestazioni di Selargius sono solo l’ultima di una serie di azioni di protesta che si sono susseguite negli ultimi mesi, segno di un crescente malcontento verso le politiche energetiche e infrastrutturali in Sardegna.