Proteste a Milano: arrestato un giovane per disordini nel Corvetto

Un 21enne montenegrino ai domiciliari dopo le manifestazioni nel quartiere milanese.

Le manifestazioni nel quartiere Corvetto

Le notti di protesta nel quartiere milanese di Corvetto hanno preso una piega drammatica, culminando nell’arresto di un giovane montenegrino di 21 anni. Le manifestazioni sono state indette in seguito alla tragica morte di Ramy Elgaml, un ragazzo egiziano di 19 anni, deceduto in un incidente stradale mentre era inseguito dai carabinieri. La situazione è degenerata rapidamente, coinvolgendo un centinaio di ragazzi e portando a scontri con le forze dell’ordine.

Dettagli sull’arresto e le accuse

Il pubblico ministero Paolo Filippini ha richiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per il giovane, accusato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari, Chiara Valori, ha optato per la misura dei domiciliari, consentendo al giovane di uscire per motivi di lavoro. Durante l’interrogatorio, il ragazzo ha sostenuto di essere andato a portare fiori per Ramy e di essere stato trascinato nella folla, negando di aver partecipato attivamente ai disordini.

Le indagini e le prove raccolte

Le indagini hanno portato al sequestro del telefono del giovane, rivelando messaggi che indicano una convocazione per creare caos durante la manifestazione. Secondo l’accusa, il 21enne è stato identificato come uno dei partecipanti più attivi nei disordini, grazie all’analisi di un video. Le aggravanti a suo carico includono l’aver agito in concorso con più di dieci persone, con volto coperto e utilizzando bottiglie e petardi come armi.

Le autorità stanno attualmente lavorando per identificare altri partecipanti ai disordini.

Il contesto dell’incidente mortale

La morte di Ramy Elgaml ha scatenato una serie di reazioni e manifestazioni in tutta Milano. L’autopsia sul corpo del giovane è programmata per domani, mentre le indagini sull’incidente continuano. Il carabiniere alla guida dell’auto di servizio e il 22enne tunisino che guidava lo scooter sono entrambi indagati per omicidio stradale in concorso.

La tensione resta alta, con la comunità che chiede giustizia e chiarimenti su quanto accaduto quella notte.