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Un dramma che dura da tre anni
Tre anni fa, una frana devastante ha colpito il cimitero di Poggioreale a Napoli, portando con sé il dolore e la disperazione di molte famiglie. Migliaia di corpi sono stati recuperati, ma circa 300 salme risultano ancora disperse. Questo stallo burocratico ha spinto i familiari a prendere in mano la situazione, organizzando una protesta senza precedenti. Armati di pale e picconi, hanno deciso di scavare nel terreno che ospita i resti dei loro cari, in un atto di coraggio e determinazione.
La testimonianza di chi ha scavato
Durante una recente apparizione nel programma “Pomeriggio Cinque”, Anna, una delle partecipanti alla protesta, ha condiviso la sua esperienza. “È una cosa immane quella che abbiamo visto e quello che abbiamo fatto”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di agire dopo mesi di inattività. “Lo dobbiamo ai nostri parenti che stanno là sotto”, ha aggiunto, evidenziando il dolore e la frustrazione di chi attende risposte. La sua testimonianza è solo una delle tante che raccontano di un dramma umano che merita attenzione.
Le responsabilità e il silenzio delle istituzioni
La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di azioni concrete da parte delle autorità competenti. Fino a marzo dello scorso anno, la metropolitana di Napoli aveva assunto la responsabilità per i danni causati dalla frana, ma dopo una decisione di archiviazione del caso, le operazioni di recupero sono state interrotte. Anna ha descritto il momento in cui ha trovato ossa durante lo scavo, un’esperienza straziante che ha messo in luce l’urgenza di un intervento. “Loro ci devono ridare tutte le ossa, le devono prendere a una a una”, ha affermato, chiedendo una degna sepoltura per i suoi cari.
Un appello alle istituzioni
La presidente del comitato dei familiari ha lanciato un appello accorato alle istituzioni, chiedendo di non essere ignorati. “A marzo sarà un anno che non vengono alzate le ossa da terra”, ha sottolineato, evidenziando la gravità della situazione. La sua richiesta è chiara: un intervento immediato per restituire dignità a chi riposa nel cimitero. Con circa duemila corpi ancora sepolti, la necessità di un’azione è diventata urgente. Le famiglie non chiedono solo il recupero delle salme, ma anche il riconoscimento del loro dolore e della loro storia.