Prostituzione minorile a Bari: condanne per Albanese e Basile

Due condanne nel caso di prostituzione minorile che ha scosso Bari e provincia.

Il caso di prostituzione minorile a Bari

La recente sentenza della gup di Bari, Gabriella Pede, ha portato alla luce un inquietante caso di prostituzione minorile che ha coinvolto quattro giovani della provincia. Antonella Albanese e Nicola Basile sono stati condannati rispettivamente a tre anni e un mese e a tre anni e quattro mesi di reclusione. Entrambi erano tra le dieci persone arrestate lo scorso maggio, in seguito a un’inchiesta condotta dalla Procura di Bari, guidata dal sostituto procuratore Matteo Soave.

Le accuse e il processo

Le accuse nei confronti di Albanese e Basile sono gravi: entrambi sono stati accusati di aver indotto e sfruttato la prostituzione di minorenni, traendo un vantaggio economico dalla situazione. Albanese, una giovane di 21 anni, è stata accusata di aver gestito il giro di prostituzione insieme ad altre tre coimputate, attualmente in fase di dibattimento. Basile, oltre a essere accusato di sfruttamento, è imputato anche per aver avuto rapporti sessuali a pagamento con due ragazze minorenni.

Le indagini e le testimonianze

L’inchiesta è iniziata grazie alla denuncia della madre di una delle ragazze coinvolte, che aveva notato comportamenti sospetti nella figlia. Attraverso pedinamenti, intercettazioni e audizioni, le forze dell’ordine sono riuscite a ricostruire un sistema illecito che si sviluppava in diverse strutture ricettive, anche di lusso, nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. Le testimonianze delle minori hanno rivelato dettagli agghiaccianti su come venivano attratte e sfruttate.

Le conseguenze legali e sociali

Le condanne di Albanese e Basile rappresentano un passo importante nella lotta contro la prostituzione minorile, ma sollevano anche interrogativi su come prevenire simili situazioni in futuro. Le due vittime hanno ricevuto un risarcimento, ma la strada per la loro guarigione è lunga e complessa. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza, prevista entro 90 giorni, offrirà ulteriori spunti di riflessione su un fenomeno che continua a colpire la società.