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Processo per omicidio: la testimonianza di un fuggitivo canadese

Fuggitivo canadese racconta processo omicidio

Un uomo accusato di omicidio di secondo grado racconta la sua versione dei fatti in aula

Un caso di violenza in un ristorante

Il processo per omicidio di secondo grado di Abilaziz Mohamed, un uomo precedentemente inserito nella lista dei fuggitivi più ricercati del Canada, ha preso una piega drammatica quando l’imputato ha ammesso di aver sparato a Craig MacDonald al di fuori di un ristorante Boston Pizza a Scarborough il . Tuttavia, Mohamed ha insistito sul fatto che non aveva intenzione di uccidere la vittima. La sua testimonianza ha rivelato un quadro complesso di eventi che hanno portato a quel tragico incontro.

La notte fatale

Durante il suo intervento in aula, Mohamed ha descritto come, dopo una serata di bevute con un amico, sia stato aggredito da dietro mentre lasciava il ristorante. Ha raccontato di essere stato colpito e di aver sentito urla, ma di non aver compreso le parole. Secondo la sua versione, la donna che lo stava rimproverando era Rupi, una persona con cui aveva avuto un litigio un mese prima in un altro locale. Mohamed ha spiegato che, nonostante le provocazioni, non aveva intenzione di reagire in modo violento.

Il momento dello sparo

Mohamed ha raccontato di aver visto MacDonald avvicinarsi con le mani alzate, urlando. In un momento di panico, ha estratto la pistola che aveva acquistato per protezione personale dopo essere stato rapinato. Ha dichiarato di aver sparato due colpi, colpendo MacDonald al petto. Dopo l’incidente, Mohamed ha affermato di essere rimasto scioccato e di aver lasciato il luogo del delitto con il suo amico. La testimonianza ha messo in luce come la paura e l’alterazione dovuta all’alcol abbiano influenzato le sue azioni quella notte.

Le conseguenze legali

La testimonianza di Mohamed è stata messa in discussione dall’accusa, che ha sottolineato la sua mancanza di permesso per possedere un’arma e il fatto che fosse già soggetto a un divieto di possesso di armi. Durante l’interrogatorio, l’assistente procuratore ha evidenziato le contraddizioni nelle dichiarazioni di Mohamed, chiedendo perché non avesse contattato la polizia dopo la rapina subita in precedenza. Mohamed ha risposto di aver deciso di armarsi per proteggersi, ma ha negato di aver avuto intenzioni omicide quella sera.

Un processo in corso

Il processo continua, con la difesa che cerca di dimostrare che Mohamed ha agito in uno stato di confusione e paura, mentre l’accusa punta a dimostrare la premeditazione del gesto. La comunità attende con ansia l’esito di questo caso che solleva interrogativi sulla violenza armata e sulla sicurezza pubblica in Canada.