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Il gup del tribunale di Firenze, Sara Farini, ha prosciolto gli undici imputati e le quattro società coinvolte nel processo sulla Fondazione Open, creata per supportare finanziariamente l’ascesa e le attività politiche di Matteo Renzi.
Processo Open, Matteo Renzi e altri 10 indagati prosciolti
L’inchiesta riguardava presunte irregolarità nei finanziamenti ricevuti dalla Fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018 per supportare finanziariamente la carriera e le attività politiche di Matteo Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Partito Democratico.
Insieme al leader di Italia Viva, sono stati scagionati anche i membri del ‘Giglio magico’: l’ex ministra Maria Elena Boschi, l’ex ministro Luca Lotti, l’ex presidente della Fondazione Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai.
“Gli elementi acquisti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna“.
Il Processo Open e le ipotesi di reato
L’udienza preliminare era iniziata il 3 aprile 2022 e si è estesa per oltre due anni, durante i quali si è reso necessario un ricorso alla Corte Costituzionale per un conflitto di poteri. Tra le altre ipotesi di reato contestate dalla procura a vario titolo anche il traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Matteo Renzi scagionato dal processo Open: le prime parole
“Al PM che mi ha accusato non ho niente da dire. Mi spiace solo che vada in pensione dopodomani senza pagare per le sue perquisizioni illegittime e per la sua indagine incostituzionale. Chi sbaglia paga vale per tanti italiani, non per lui“.
Con queste parole condivise sui social, Renzi si rivolge al procuratore Luca Turco, titolare dell’inchiesta con il pm Aldo Nastasi, che il 24 dicembre andrà in pensione.
Inoltre, Renzi ha aggiunto:
“Volevano farmi fuori con una indagine farlocca. Non ce l’hanno fatta. Ripartiamo insieme. Ma non dimentichiamo che ci sono tanti cittadini innocenti che non possono difendersi. Continueremo a fare politica anche per loro. Con il sorriso e senza vendette. Ma con la certezza che oggi ha perso il giustizialismo e ha vinto la giustizia”.
Infine, ha concluso dichiarando che chi lo aggredisce con indagini, norme e campagne ad personam non lo spaventa, anzi, lo rende più forte.