Nuovo sviluppo nel processo Eternit bis, per le morti a Casale Monferrato: ridotta in Appello la pena per Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo.
Eternit bis, condanna a Stephan Schmidheiny: la pena a 9 anni e sei mesi
Sentenza a Torino per le morti a Casale Monferrato. Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e sei mesi di reclusione per omicidio colposo.
E’ quanto deciso dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino che lo ha assolto per i reati già prescritti: 199 casi dichiarati tali a cui si aggiungono 46 assoluzioni per assenza di nesso causale tra morte e amianto.
Il verdetto di Schmidheiny arriva dopo un lunghissimo iter giudiziario, l’uomo infatti era accusato della morte di 392 persone a Casale Monferrato, tra cittadini e lavoratori, per effetto dell’amianto.
Per lui era stata richiesta la condanna per omicidio con dolo eventuale dalla Procura generale, e ora la sentenza d’Appello, come nel primo grado, ha riconosciuto l’imputato responsabile di omicidio colposo.
Le reazioni, difesa e associazione dei familiari delle vittime
Per la difesa, rappresentata dai legali Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva, “il processo penale non è lo strumento adeguato per affrontare la questione dell’amianto“. “Serve rigore – ha aggiunto l’avvocato Alleva – sulla diagnosi di mesotelioma non possiamo permetterci dubbi. Ma soprattutto serve dimostrare che l’esposizione sia collegata direttamente all’attività dell’imputato”.
“La conferma della condanna è il dato più rilevante, 9 o 12 anni è un dato relativo: questo significa che la giustizia si afferma. Siamo soddisfatti“, commenta Bruno Pesce, cofondatore dell’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto AFeVa, costituiti parte civile nel procedimento.