Importante novità nel corso del processo per la morte di Diego Armando Maradona, avviato allo scopo di stabilire chi siano gli eventuali responsabili del decesso del campione del Napoli e dell’Argentina. Sono stati presentati i risultati degli esami del sangue che hanno aggiunto ulteriori tasselli alle ultime ore di vita del leggendario numero 10. Svelando novità importanti che vanno ad aggiungersi alle affermazioni di uno degli esperti forensi che si è occupato dell’autopsia di Maradona. Ecco che cosa è stato scoperto.
Morte Maradona, novità dal processo: cosa è emerso dalle analisi del sangue
Diego Armando Maradona morì il 25 novembre 2020 e durante il processo in corso in Argentina stanno emergendo importanti novità in merito alle cause del decesso e alle possibili responsabilità delle persone a lui vicine. Anzitutto l’esperto forense interpellato in sede processuale ha sottolineato che Maradona aveva sofferto, prima della sua morte, di una lunga agonia durata almeno 12 ore. Segnali che un “qualsiasi medico” avrebbe dovuto notare facilmente unitamente a tutta una serie di sintomi.
“Edema generalizzato dalla testa ai piedi, disidratazione, liquido nel cuore, nei polmoni, nell’addome. Diego è rimasto in agonia per 12 ore e il suo cuore pesava 503 grammi, il doppio del peso normale”, ha sottolineato il medico Carlos Mauricio Cassinelli.
Morte Maradona, cosa è emerso dagli esami del sangue
Ma non solo: dai risultati degli esami del sangue è emerso che quando è morto Maradona non era né drogato né ubriaco. Il sangue dell’ex calciatore, dunque, non presentava tracce di alcol o di droga. Intanto la seconda udienza del processo è fissata per il 3 aprile: saranno chiamate a testimoniare le tre sorelle Ana, Rita e Claudia e l’ultima compagna del numero 10, Veronica Ojeda.