Processo Alessia Pifferi, il legale: "Va assolta, non voleva uccidere la figlia Diana"

Alessia Pifferi rischia l'ergastolo per aver lasciato morire di stenti Diana, la figlia di 18 mesi, lasciandola a casa sola per sei giorni

Una nuova udienza, questa mattina in Tribunale a Milano, del processo ad Alessia Pifferi, la donna accusata di aver lasciato morire di stenti Diana, la figlia di 18 mesi, lasciandola a casa da sola per sei giorni.

Nuova udienza per Alessia Pifferi

Oggi potrebbe arrivare la sentenza per la morte della piccola Diana: quasi certamente si tratterà di una condanna dura per la mamma, Alessia Pifferi. I giudici dovranno stabilire la pena da infliggerle, in base al tipo di reato e alle eventuali aggravanti che le saranno riconosciute.

Il pm De Tommasi nella sua requisitoria ha chiesto per Pifferi la condanna all’ergastolo e ha chiesto che vengano riconosciute le aggravanti del rapporto di filiazione e dei futili motivi e che venga valutata anche la premeditazione.

La parte civile ha dichiarato di appoggiare la richiesta di ergastolo mentre, la difesa, oltre a esaminare le condizioni psichiatriche e psicologiche dell’imputata, cercherà di far riconsiderare l’atto come un abbandono di minore con morte conseguente ad un altro reato.

Le parole del legale Alessia Pontenani, difensore di Alessia Pifferi

«Se dovessi togliermi il cencio nero dalle spalle, vi direi che Alessia Pifferi è un mostro. Ha fatto una cosa terribile, tremenda. Ma non stiamo dando giudizi morali, qui si tratta di applicare la legge. Chiedo la assoluzione: è evidente che non voleva uccidere la bambina e lo ha detto fin dall’inizio».

Queste le parole all’inizio della sua arringa nel processo a carico della 37enne per l’omicidio della figlia.

Il pensiero di Emanuele De Mitri, avvocato parte civile

Durante l’udienza parlerà l’avvocato di parte civile, Emanuele De Mitri, annunciando che si unirà alla richiesta di ergastolo già avanzata dal pubblico ministero Francesco De Tommasi.

L’avvocato Emanuele De Mitri, sostiene:

«Ci troviamo di fronte a una condotta di natura volontaria, a un caso agghiacciante in cui la responsabilità è chiara a seguito di granitiche prove, mai scalfite dagli esiti dell’istruttoria. In questo processo c’è solo una verità: Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della piccola Diana, sapeva benissimo che abbandonando la figlia in quel modo ne avrebbe provocato la morte».