Il Lussemburgo è in lutto. Il Principe Federico, morto a soli 22 anni, lascia un vuoto enorme. Un giovane che ha vissuto con una rara malattia genetica, la mitocondriale POLG, che lo ha progressivamente indebolito, ma che non gli ha mai tolto il sorriso.
Il principe Federico di Lussemburgo: il commovente addio e l’ultima domanda al padre
È scomparso il 28 febbraio il Principe Federico di Lussemburgo, ma la notizia è stata resa pubblica solo ora. E la famiglia ha scelto di farlo attraverso un carosello di immagini. Foto che lo ritraggono nei momenti felici della sua vita, quelle più preziose, quelle che rimarranno.
Federico, figlio minore del Principe Roberto di Lussemburgo, ha avuto un coraggio che, beh, è difficile anche solo immaginare. “Venerdì 28 febbraio, il giorno delle malattie rare, ci ha chiamato nella sua stanza”, racconta suo padre. Ed è lì che Federico ha trovato la forza di salutare, uno a uno, i suoi cari: il fratello Alexander, la sorella Charlotte, il padre Roberto. Un ultimo abbraccio con parole che non dimenticheranno mai. Parole che, purtroppo, arrivano in un momento così difficile che sembra quasi surreale sentirle. Ma Federico, in quel momento, si è trovato a chiedere qualcosa che ha toccato il cuore di tutti: “Papà, sei orgoglioso di me?”
Ecco, quella domanda ha messo a nudo tutto. Nonostante la fatica di parlare, la sua mente era lucida, e quella domanda, quel bisogno di conferma, di sapere che aveva fatto tutto il possibile, è stata più potente di qualsiasi altra cosa.
Principe Federico di Lussemburgo: tra sofferenza, speranza e la passione per la vita
Un ragazzo che, con una malattia che lo consumava, non ha mai smesso di lottare, di chiedersi se avesse davvero dato il massimo. E forse, in qualche modo, questo è il suo più grande dono.
La malattia era stata diagnosticata a Federico a 14 anni. POLG, una condizione rara che fa sembrare il corpo come una batteria che non si ricarica mai abbastanza. Ma nonostante il dolore, Federico ha voluto fare di più: ha pensato agli altri, ha pensato a una fondazione, un modo per aiutare chi viveva la sua stessa sofferenza.
E poi, c’era la sua curiosità per il mondo. La musica, il cinema, i fossili, la natura. Tutto lo affascinava. La famiglia lo ricorda così, come un giovane con una passione per la vita, per le cose semplici, quelle che davvero contano. E in quelle foto, in quegli scatti che ci lasciano intravedere la sua vita, c’è una cosa che emerge chiara: la sua forza, il suo spirito, la sua luce.