Milano, 15 nov. (askanews) – Gli avvocati del principe Harry saranno molto impegnati nei prossimi quattro anni, dopo che Donald Trump ha già espresso la sua volontà – in campagna elettorale – di far espellere il figlio di Carlo III dagli Usa. Harry, con tutto il suo lignaggio, risulta comunque un immigrato negli Usa. Immigrato che peraltro ha ammesso l’assunzione di droghe nel suo libro di memorie, “Spare”.
Cosa accadrà? Lo abbiamo chiesto ad Alphonse Provinziano, avvocato italoamericano e fondatore dello studio legale statunitense Provinziano & Associates, un vero principe del foro in California.
“L’uso di droghe da parte di Harry è ben noto, e ha dovuto affrontare un bel po’ di percorsi di riabilitazione. Il problema è che l’uso di droghe nel passato, ti rende inammissibile per entrare negli Stati Uniti con una richiesta di visto. Ora, la differenza con un visto americano A-1, è che per i capi di stato – poiché Harry è un membro della famiglia reale, è un principe d’Inghilterra – si ipotizza un accordo tra governi, tra quello britannico e quello americano per lasciarlo rimanere. Nessuno lo sa davvero. Ma Trump ha dichiarato in precedenza che potrebbe essere soggetto agli stessi requisiti di immigrazione degli altri semplici cittadini, perché non vede necessariamente, da quello che posso dedurre, un motivo per riservare un trattamento speciale al principe Harry”.
Provinziano suggerisce che ci troviamo in una situazione in cui potrebbe esserci un cambiamento di politica e un cambiamento di regolamentazione.
“Qualcuno potrebbe presentare una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act per ottenere lo status di immigrazione di Harry. E se si scoprisse che era tenuto a rivelare il suo precedente uso di droga e non l’ha fatto, questo darebbe all’amministrazione Trump il diritto di intervenire e rivalutare la sua domanda e quindi eventualmente deportarlo”.
Una cosa che Harry può fare ora è apportare una modifica volontaria alla sua domanda di ingresso originaria.
“Quindi se dice, ‘sai, ero sotto un tale stress, perché sono dovuto fuggire dalla Gran Bretagna e poi dal Canada, a causa dell’intensa attenzione mediatica su mia moglie e dei miei timori per la sua sicurezza. Non ero sereno su ciò che stavo inserendo nella mia domanda. E voglio modificarla volontariamente’. E se lo fa prima che le autorità per l’immigrazione iniziano a esaminare la sua domanda, questo potrebbe essere un motivo valido per rimanere negli States”.
Ma Trump potrebbe comunque avere la meglio, se si scoprisse che Harry non era stato sincero sul suo passato?
“Qualcosa può succedere nei prossimi 70 giorni. Ma una volta che iniziano a esaminare il suo caso dall’immigrazione, la possibilità di correggere volontariamente la cosa svanisce. E quindi se l’amministrazione Trump si impegna in attività di deportazione degli immigrati illegali, una volta che entra in carica, sulla base dei precedenti commenti del presidente Trump, allora potrebbe esserci un processo, lungo un anno, per mandare via il principe Harry dagli Stati Uniti d’America”.
Intervista di Cristina Giuliano
Montaggio Linda Verzani
Immgini afp, askanews