L’idea di un tetto ai prezzi del gas torna a farsi strada in Europa. L’impennata delle quotazioni, che nei giorni scorsi ha toccato ad Amsterdam i livelli più alti degli ultimi due anni (più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2023) sta spingendo la Commissione Europea a valutare una misura temporanea per contenere i costi.
Prezzo del gas, Bruxelles studia tetto: mercati in allerta
Il tema potrebbe entrare ufficialmente nel Clean Industrial Deal. Il pacchetto di politiche industriali che Bruxelles presenterà il 26 febbraio.
Secondo il Financial Times, il documento strategico punterà a sostenere le industrie pesanti dell’Unione, messe sotto pressione da diversi fattori. Quali sono questi fattori? La minaccia di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, il caro energia fra cui il prezzo del gas e le sfide delle politiche ambientali europee. Uno dei nodi centrali riguarda proprio i costi energetici, che rischiano di compromettere la competitività dell’Europa rispetto a Stati Uniti e Cina. Tra le misure in discussione, ci sarebbe anche un piano per evitare speculazioni sui prezzi del gas durante l’estate, il periodo in cui i Paesi Ue accumulano scorte in vista dell’inverno.
Ma l’ipotesi di un tetto ai prezzi ha subito provocato una reazione negativa sui mercati, con una frenata delle quotazioni: ieri il prezzo è sceso a 55 euro per megawattora, dopo aver toccato un picco di 59. Il calo è stato favorito anche dall’annuncio del presidente statunitense Donald Trump su possibili negoziati di pace tra Ucraina e Russia.
Non sarebbe la prima volta che l’Europa prova a imporre un tetto al gas. Nel 2022, in piena crisi energetica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Bruxelles introdusse un limite a 180 euro per megawattora, che però non entrò mai in vigore perché i prezzi non raggiunsero quella soglia. Lo scorso anno, l’ex premier Mario Draghi ha rilanciato l’idea nel suo rapporto sulla competitività europea, suggerendo tetti dinamici nei momenti in cui i prezzi in Europa si discostano troppo da quelli globali.
Prezzo del gas, Bruxelles valuta tetto ma gli operatori avvertono: «Rischio instabilità»
E proprio questa è la situazione attuale: negli ultimi 12 mesi i prezzi del gas sono schizzati verso l’alto, con un aumento del 13% solo nelle prime sei settimane del 2024. Il livello delle scorte è in calo: gli stoccaggi europei sono al 47,8%, mentre l’Italia si attesta al 58,3%.
Quale l’idea sul tavolo? L’idea appunto di mettere un tetto ai prezzi non piace ai grandi operatori energetici, che mettono in guardia da possibili effetti negativi sul mercato. Undici associazioni del settore – tra cui produttori di petrolio e gas – hanno scritto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, avvertendo che la misura potrebbe minare la stabilità del mercato energetico europeo e mettere a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti.
Quale il timore principale per i mercati? Il timore principale è che un limite ai prezzi renda meno conveniente per l’Europa attrarre carichi di gas naturale liquefatto, spingendo i fornitori a preferire altre destinazioni. «Un tetto non abbassa i prezzi dell’energia a livello globale, ma può invece creare maggiore volatilità e persino spingere i prezzi verso l’alto», si legge nella lettera firmata anche da Europex (l’associazione delle borse dell’energia europee) e Afme (che rappresenta i mercati finanziari all’ingrosso).
Non tutti, però, sono contrari. Paesi come l’Italia continuano a spingere per un tetto ai prezzi, soprattutto per contrastare eventuali speculazioni… Ma il dibattito resta aperto, e lo scontro tra Bruxelles e i colossi dell’energia è solo all’inizio.