Tra le donne dell’antica Roma Poppea Sabina fu celebre per la bellezza e per il modo di vivere dissoluto e sfrontato; figlia di Poppea Sabina Maior, famosa per fascino e numero di amanti, e di T. Ollio, uomo politico caduto presto in disgrazia, fin da giovanissima mostrò una innata propensione per il potere e il lusso.
Lo storico latino Tacito scrisse di lei che aveva avuto ogni dono dalla natura “tranne che un animo onesto“; all’apparenza mite e riservata, celava in realtà un carattere ambizioso e naturalmente portato alla dissolutezza.
Sposò Rufrio Crispino poco più che bambina ed ebbe da lui un figlio, ma ciò non le impedì di divenire l’amante del giovane e gaudente Marco Salvio Ottone, amico di Nerone.
E proprio per interessata intercessione di Ottone, che nel frattempo ne era diventato il marito, Poppea conobbe l’Imperatore: durante un banchetto nella primavera del 58 a.C., Nerone rimase abbagliato dalla bellezza e dal fiero portamento della donna tanto da diventarne l’amante appassionato nel giro di poco tempo.
Ma Poppea non era solo bella, era anche intelligente e scaltra, e consapevole dell’ascendente che sapeva avere sul debole e concupito amante, iniziò da subito ad allontanare chiunque le si frapponesse come ostacolo: entrò in conflitto con Giulia Agrippina, ambigua madre di Nerone, fece allontanare il marito mandandolo governatore in Lusitania e convinse l’Imperatore a ripudiare la legittima moglie, l’irreprensibile e dolce Ottavia, dapprima relegata nell’isola di Pandataria, infine fatta orrendamente e vigliaccamente decapitare dopo una falsa e assurda condanna per adulterio.
Come è noto, tra i tanti misfatti attribuiti a Nerone, c’è anche quello infamante di aver ordinato l’assassinio di sua madre; non appare troppo improbabile un incitamento in tal senso della stessa Poppea, desiderosa di eliminare dalla ristretta cerchia dell’Imperatore tutti coloro che in un modo o nell’altro mostravano ostilità verso la sua persona.
E infatti una volta liberatisi di ogni ostacolo, Poppea e Nerone si sposarono e nel 62 a.C. ebbero una bambina.
Ormai l’ambiziosa e testarda donna aveva ottenuto ciò che desiderava da tempo: era divenuta la moglie dell’Imperatore Nerone riuscendo a rafforzare il legame con la nascita di una figlia, le era stato attribuito il titolo di “Augusta”, nessuna delle persone entrate in conflitto con lei era ancora vivente o in grado di nuocerle.
Ma proprio nel momento in cui tutto sembrava procedere meravigliosamente, la Fortuna, per sua natura mutevole e beffarda, cominciò a cambiare direzione: la bimba avuta da Nerone morì ad appena quattro mesi di vita lasciando i genitori nel più totale sconforto, Roma fu quasi completamente devastata da un incendio, venne a galla la congiura pisoniana cui seguì la terribile punizione che portò alla morte di Petronio, Seneca e Lucano, mentre la situazione personale e politica della regale coppia peggiorava di giorno in giorno.
Particolarmente triste fu la fine di Poppea: rimasta di nuovo incinta, fu uccisa da un calcio nel ventre datole da Nerone in un accesso d’ira.
Il corpo che era appartenuto a una delle donne più belle e affascinanti che la Storia ricordi, dopo essere stato imbalsamato e profumato con essenze odorifiche, fu deposto nel mausoleo della famiglia Giulia in Campo Marzio.
Ultima beffa: lo straziante elogio funebre fu pronunciato dai Rostri da Nerone, che l’aveva uccisa.