Le banche centrali, nel tentativo di combattere l’inflazione dal 2022 avevano adottato una politica monetaria restrittiva, misura infausta perchè tende a calmierare i consumi delle persone e gli investimenti aziendali e quindi a rallentare la crescita economica. Ma dall’estate appena trascorsa BCE e FED hanno cominciato a ridurre progressivamente il costo del denaro e se condizioni di mercato lo permetteranno l’obiettivo sarà di riportare nei prossimi mesi i tassi di interesse su valori meno distanti da quelli che abbiamo visto in passato. Anche i dati economici e i dati sull’inflazione sono monitorati attentamente dagli investitori: l’indice PMI manifatturiero ( il più importante indicatore economico mondiale che si basa su indagini mensili condotte su un gruppo di aziende scrupolosamente selezionate che rappresentano le economie mondiali principali) è rimasto stabile (45,2) risultando però inferiore alle attese degli analisti. Una soglia che resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora un calo dell’attività. Accelera invece la crescita delle vendite al dettaglio negli USA mentre cala a sorpresa la produzione industriale. In Cina invece la produzione industriale di Novembre è aumentata del 5,4% su base annuale mentre deludono le vendite al dettaglio. Deludono i dati sugli investimenti fissi, trainati all’ingiu’ dagli investimenti immobiliari. Questi dati piuttosto deboli indicano come i responsabili della politica cinese dovranno affrontare importanti sfide per agganciare una ripresa alimentata dall’attività interna. Negli Usa, occhi puntati sui segnali di cosa potrebbe succedere dopo le imminenti proiezioni economiche della Fed e la conferenza di Powell. Molto dipenderà comunque da come i dati sulla crescita progrediranno realmente e da come verranno messe a terra le politiche di Trump. Conseguentemente potrebbe essere prevista una pausa per la Fed anche perchè un certo numero di partecipanti al board vede rischi al rialzo per inflazione e tassi dovuti alla nuova amministrazione. Per quanto ovvio un rialzo dei tassi potrebbe rivelarsi pericoloso per i mercati quanto una stagnazione che porti a tagli dei tassi più reattivi: siamo distanti da queste ipotesi ma non si possono escludere a priori considerate le incertezze con cui dovremo affrontare l’inizio del nuovo anno. Venerdì saranno invece pubblicati i dati del deflatore PCE, una misura utilizzata per delineare le variazioni dei prezzi dei beni di consumo e dei servizi nel tempo. Aiuta gli addetti ai lavori a tracciare l’inflazione, favorendo strategie economiche più sicure. Insieme a questi dati conosceremo quelli riferibili alle spese personali dei consumatori, al reddito e al tasso di risparmio. Prevista la conferma di una situazione caratterizzata da una crescita moderata e una bassa inflazione, con robusti guadagni sia nella spesa che nel reddito.