Né ciò può stupire visto che l’unica fonte storica su questo personaggio è stata rappresentata, fino a qualche decennio fa, dai Vangeli, senza alcuna possibilità di raffronti; solo nel 1961, grazie ad una scoperta casuale, fu rinvenuta nel teatro di Cesarea, in Israele, un’epigrafe romana con la scritta “Pontius Pilatus, praefectus Iudeae”, prova inequivocabile della veridicità di quanto affermato nelle Sacre Scritture.
Pilato apparteneva probabilmente alla famiglia vestina dei Pontii , di origine sannitica, e al ceto equestre; accettò malvolentieri la carica di governatore nella lontana provincia giudea, ove rimase 10 anni distinguendosi per la durezza con cui era solito reprimere le frequenti ribellioni da parte degli abitanti della regione, mai rassegnatisi alla condizione di sudditanza nei confronti di Roma.
Sugli ultimi anni di vita di Pilato regna l’incertezza assoluta; per alcuni fu giustiziato dall’Imperatore Caligola, secondo altri fu esiliato in Gallia ove morì suicida, qualcuno infine, lo vuole addirittura penitente e convertito al Cristianesimo, anche per influenza della moglie Claudia Procula, che aveva tentato in ogni modo di convincerlo a non mandare a morte Gesù di Nazareth.
E proprio riguardo al più celebre processo della Storia, è evidente l’atteggiamento riluttante di Pilato a esprimersi per la condanna estrema: le parole, l’aspetto, l’umiltà e i modi del giovane nazareno condotto al suo cospetto lo avevano profondamente colpito, e non trovava in lui alcuna colpa che potesse giustificare quanto gli veniva chiesto di fare.
E infatti Pilato tentennò, prese tempo, chiese consigli, rimandò, infine giocò la carta estrema di Barabba, ma non riuscì a impedire una condanna che sentiva evidentemente ingiusta, e forse, da buon romano alquanto superstizioso, sentiva gravare su di sé l’approssimarsi di una sorta di punizione divina per essersi reso responsabile di quel sangue versato ingiustamente.
Pilato non ebbe figli ma fu legato da amore sincero alla moglie Claudia, donna colta, intelligente e nipote di Augusto, pertanto appartenente a una delle famiglie romane più illustri e potenti; sembra che Pilato tenesse in grande considerazione le opinioni della consorte, e certamente esse finivano con l’influenzare le sue decisioni politiche.