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Pietro Orlandi ha affermato che l'antico membro Nar Baioni era il carceriere di Emanuela a Londra.

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Durante un'intervista a Verissimo, Pietro Orlandi ha rivelato l'identità di un uomo, Vittorio Baioni, che lo avrebbe contattato un anno fa con informazioni sulla sorella scomparsa, presumibilmente detenuta a Londra. Baioni, ex Nar e potenzialmente coinvolto nell'attentato di Bologna, è sparito dopo lo scambio di informazioni. Orlandi ha espresso fiducia nella Commissione bicamerale che indaga sulle sparizioni di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi, ma ha criticato la mancanza di attività circa l'ipotesi londinese. Secondo una teoria, Emanuela sarebbe stata sequestrata e tenuta a Londra sotto falsa identità dal 1983 al 1997. Orlandi ha citato anche un presunto legame tra il Vaticano e il ministero della Difesa italiano riguardante un volo Roma-Londra.

Pietro Orlandi, durante una recente intervista a ‘Verissimo’, ha svelato l’identità di un individuo che, un anno fa, lo ha contattato via piattaforme digitali rivelando informazioni critiche sulla sorte della sorella. Egli era presumibilmente uno dei ‘carcerieri’ responsabili di attività logistiche per “gestire” una ragazza nascosta a Londra. Il nome dell’uomo, scomparso nel nulla dopo l’intenso scambio digitale, è Vittorio Baioni, un ex Nar legato a figure come Fioravanti e altri coinvolti nell’attentato di Bologna.

Nel parlare con l’ANSA, Pietro Orlandi ha ammesso di non sapere se Baioni sia vivo o dove possa trovarsi: “Non lo so”, dichiara, “per questo mi auguravo che qualcuno potesse indagare, per identificarlo e verificare se fosse realmente lui a contattarmi o se fosse solo qualcuno che usava il suo nome. Sospetto comunque che sia ancora in vita”.

Nel corso dell’intervista a Verissimo, Orlandi ha espresso fiducia nel lavoro della Commissione bicamerale che indaga sulle sparizioni di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi in collaborazione con le procure romana e vaticana. Tuttavia, ha criticato una certa inattività, soprattutto riguardo all’ipotesi londinese, che lui considera la “più rilevante”. Quanto all’uomo che gli ha fornito dettagli cruciali, Orlandi afferma: “Dal momento che nessuno lo sta cercando, ho reso pubblico io il suo nome”.

“E’ veramente difficile – ha iniziato il fratello della signora -, non riesco a comprendere come, con l’avanzare del tempo e con l’intensificarsi delle ricerche, gli ostacoli continuano ad accumularsi, dopo 41 anni”. Secondo una teoria che punta a Londra come destinazione, e che verrebbe sostenuta, a suo dire, non solo dalle confessioni dell’ex membro della Nar ma anche dalle informazioni scambiate nelle chat tra Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Vallejo Balda e nei cosiddetti “5 fogli” con un presunto elenco di spese, Emanuela sarebbe stata sequestrata e tenuta a Londra sotto una falsa identità in un “convitto” dal 1983 fino almeno al 1997.

“Mi ha contattato questa persona che poi è scomparsa – ha dichiarato Orlandi – era una persona incaricata, per così dire, della gestione, non era a conoscenza delle ragioni del sequestro, mi ha raccontato che viveva con altri in un appartamento vicino e faceva piccoli compiti come fare la spesa, per facilitare la gestione della situazione”, “mi ha rivelato che è partito sullo stesso volo Roma-Londra”.

Quest’uomo, continua, è sicuramente rimasto lì “fino al ’97, poi ha lasciato e non ho idea di cosa sia accaduto, mi ha dato il nome di un altro membro del suo gruppo, Stefano Sderini, un altro ex-Nar, che avrebbe effettuato delle chiamate anonime. Al momento non so dove sia, penso che sia latitante in Sudamerica, ma è ancora in vita”. Pietro Orlandi ha fatto riferimento anche a un presunto legame tra il Vaticano e il ministero della Difesa italiano: “Ci sono punti di contatto in quella situazione”, riguardanti “un volo Roma-Londra richiesto dal Vaticano”, e lamenta, “nessuno si sta prendendo cura di questo”. Ma “non si può ignorare, ci sono troppi elementi, troppe coincidenze”.