Il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha dichiarato in parlamento che la manifestazione a Pisa è avvenuta in totale violazione di legge, senza preavviso alla Questura.
Piantedosi sul corteo di Pisa: “Manifestazione in totale violazione della legge”
Organizzata dal Collettivo universitario autonomo di area antagonista e dal movimento politico “Cambiare Rotta Pisa”, la protesta è stata promossa online come uno sciopero a sostegno della Palestina. La Questura, informata dell’evento, ha cercato invano di contattare gli organizzatori per pianificare adeguati servizi di ordine pubblico.
Il Ministro ha annunciato che verranno effettuate verifiche approfondite sulle cariche contro gli studenti, con indagini in corso da parte della magistratura. Ha sottolineato che la strategia del governo per la gestione dell’ordine pubblico non è cambiata, durante la manifestazione, i manifestanti hanno cercato di sfondare, ma sono stati respinti dalla polizia, che ha ricevuto rinforzi dal Reparto Mobile. I genitori dei ragazzi feriti minacciano cause collettive, mentre 15 agenti sono a rischio di inchiesta.
Piantedosi sul corteo di Pisa: “Manifestazione in totale violazione della legge”
Nell’informativa, il Ministro ha esortato a evitare giudizi sommari sulle forze dell’ordine, ottenendo il sostegno del centrodestra in aula. Ha ringraziato il presidente Mattarella per la solidarietà agli agenti coinvolti in un’aggressione a Torino durante un servizio di rimpatrio. Piantedosi ha condiviso le parole del presidente sulle forze di polizia, basate sul sacrificio e sulla difesa delle istituzioni democratiche.
Il Ministro ha spiegato i rischi per gli agenti durante la manifestazione, giustificando la necessità della carica per garantire la loro incolumità. Ha respinto l’ipotesi di un disegno governativo per reprimere il dissenso politico attraverso le forze di polizia. Dopo l’attacco di Hamas l’7 ottobre, si è osservata una vasta mobilitazione filopalestinese, con crescente aggressività verso le forze dell’ordine e accresciuta contrapposizione tra la piazza e le istituzioni.