Roma, 17 dic. (Adnkronos Salute) – "Come Tavolo siamo partiti un anno e mezzo fa con oltre 50 audizioni. Abbiamo cioè ascoltato tutta una serie di voci che venivano dal territorio italiano per cercare di capire quali erano le criticità maggiori, sia a livello regionale, sia anche di altre, entità. E, soprattutto, abbiamo iniziato anche un rapporto stretto col terzo settore. Abbiamo cercato di fare un'operazione molto inclusiva. Questo ci sta portando a una serie" di risultati come "il piano nazionale sulla salute mentale", il Pasm, "che speriamo nei primi mesi del 2025 di riuscire a pubblicare". Così Alberto Siracusano, Coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale per la salute mentale ministero della Salute, intervenendo questa mattina a Roma, all’evento per i 30 anni di Lundbeck in Italia.
"Il piano va a toccare alcune criticità e l'età evolutiva è una di queste – aggiunge Siracusano – Abbiamo fatto un'operazione molto forte sulla transizione. L'altro giorno abbiamo ipotizzato un Lea", livello essenziale di assistenza, dedicato. "Cioè un percorso riconosciuto e codificato per il giovane tra i 16 e i 25 anni. Si sta definendo, se ne sta parlando, bisogna trovare il sostegno". Inoltre, "stiamo lavorando sulle Rems", le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza "sul problema della sicurezza nei luoghi di cura, sia per gli operatori che per i pazienti, che è un altro problema grossissimo. Stiamo anche facendo qualcosa sulla salute mentale della donna, sulla depressione perinatale, in particolar modo. Speriamo che tutto questo trovi concretezza nel Pasm, che è già quasi tutto scritto e lo stiamo rivedendo e portando in conferenza Stato-Regioni".
Ricordando che il professor Padovani, presidente della Società italiana di neurologia, ha creato tra le sue iniziative un gruppo interparlamentare, giusto, sul Brain Health, Siracusano sottolinea che "noi ne abbiamo fatto un altro che riguarda il One Mental Health: stiamo cercando di arrivare a fare la promozione di una nuova cultura sulla salute mentale. Ancora oggi viviamo di stigma".