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Il nuovo regolamento comunale
A Piacenza, l’amministrazione comunale ha introdotto un nuovo regolamento che richiede a chiunque desideri utilizzare le sale municipali di presentare una “apposita dichiarazione a favore della Costituzione e contro atteggiamenti di espressione fascista, razzista e sessista”. Questa iniziativa, riportata dal quotidiano locale “Libertà”, mira a disciplinare le collaborazioni e i patrocini concessi dal Comune, garantendo che le strutture pubbliche siano utilizzate per iniziative che rispettino i valori democratici.
Un cambiamento atteso da tempo
Il regolamento, che si presenta come un aggiornamento necessario, arriva dopo quattordici anni dall’ultima revisione, avvenuta nel 2016. Nel frattempo, sono emerse nuove normative che richiedono un adeguamento delle regole comunali. La questione è diventata particolarmente rilevante nel 2019, quando un evento con l’ex leader di Avanguardia Nazionale, Stefano Delle Chiaie, suscitò un acceso dibattito politico e portò all’annullamento dell’incontro da parte della Prefettura. Questo episodio ha messo in luce la necessità di un intervento normativo che garantisse l’uso delle strutture pubbliche in linea con i principi antifascisti.
Il bollino antifascista e le sue implicazioni
Il nuovo regolamento prevede un “bollino antifascista” che impedisce l’accesso alle sale comunali a chi non è disposto a sottoscrivere un modulo di attestazione di antifascismo, antirazzismo e antisessismo. Questo approccio è stato fortemente sostenuto dal centrosinistra, che ha fatto della lotta contro le ideologie totalitarie uno dei punti programmatici del proprio mandato. Tuttavia, il regolamento stabilisce anche che l’utilizzo delle sale è prioritariamente riservato a iniziative istituzionali promosse dall’Amministrazione, limitando ulteriormente le possibilità per soggetti terzi di richiedere l’uso degli spazi pubblici.
Le reazioni e il contesto politico
Le reazioni a questa nuova normativa sono state diverse. Da un lato, i sostenitori del regolamento vedono in esso un passo fondamentale per la difesa dei valori democratici e della memoria storica. Dall’altro, ci sono critiche da parte di chi considera questa misura come una limitazione della libertà di espressione. La giunta comunale, ora guidata da un’amministrazione di centrosinistra, ha quindi preso una posizione chiara contro le ideologie fasciste, cercando di garantire che le strutture pubbliche siano utilizzate in modo coerente con i principi di inclusione e rispetto dei diritti umani.