Roma, 19 feb. (Adnkronos Salute) – Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 55.000 nuovi casi di tumore al seno, di cui oltre 1.200 solo in Friuli Venezia Giulia. Le innovazioni terapeutiche stanno cambiando radicalmente l’approccio alla malattia, sia negli stadi precoci che in quelli avanzati. Nel nostro Paese, la probabilità di guarigione dopo una diagnosi di tumore al seno è oggi sensibilmente cresciuta rispetto al recente passato. Grazie ai progressi della ricerca, l’aspettativa di vita per il 73% delle pazienti è paragonabile a quella della popolazione generale. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni si attesta all’88%, superando il 91% dopo il primo anno dalla diagnosi. Questi dati saranno al centro della ventiduesima edizione di Focus sul Carcinoma Mammario, il convegno scientifico che ogni anno riunisce in terra friulana i più autorevoli esperti nazionali ed internazionali. L’evento, che prenderà il via domani, vedrà la partecipazione di oltre 500 specialisti, con l’obiettivo di promuovere un confronto multidisciplinare sulle più recenti strategie di diagnosi e cura della malattia.
"I risultati ottenuti dalla ricerca sul carcinoma mammario sono estremamente incoraggianti – afferma Fabio Puglisi, professore ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Udine, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’Irccs CRO di Aviano e Responsabile Scientifico del Convegno -. Oggi possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione nelle terapie, non solo grazie ai nuovi farmaci, ma anche per le maggiori conoscenze biologiche sul tumore. Questo ci consente di pianificare strategie terapeutiche personalizzate, potendo distinguere con maggiore precisione le situazioni in cui è necessario potenziare le cure da quelle in cui è possibile ridurne l’intensità senza compromettere i risultati".
"Una delle principali novità è l’utilizzo dell’immunoterapia nel carcinoma mammario triplo negativo, già dalle fasi precoci della malattia – spiega Lucia Del Mastro, professore ordinario e Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Si tratta di un sottotipo particolarmente aggressivo, per il quale in passato l’unica opzione era la chemioterapia. Oggi, invece, possiamo contare su terapie immunologiche che stanno migliorando significativamente la prognosi di queste pazienti. Anche per i tumori luminali con recettori ormonali positivi ci sono importanti novità: gli inibitori delle CDK4/6 stanno rivoluzionando il trattamento, potenziando l’efficacia della terapia endocrina e riducendo il rischio di recidiva".
Nel tumore metastatico, nuove strategie stanno consentendo di superare i meccanismi di resistenza alle terapie. "L’innovazione riguarda anche i tumori luminali avanzati – evidenzia Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Mammaria e Toraco-polmonare presso l’Irccs Fondazione Pascale di Napoli -. Abbiamo a disposizione farmaci a bersaglio molecolare sempre più selettivi e potenti e anticorpi coniugati a farmaci citotossici che migliorano le prospettive di sopravvivenza. Inoltre, stiamo esplorando il ruolo dell’immunoterapia anche per alcune forme di tumore ormono-sensibile".
Anche il trattamento chirurgico sta evolvendo, con un approccio sempre meno invasivo. "Oggi la mastectomia viene eseguita solo in casi selezionati, mentre nella maggior parte delle pazienti si opta per interventi conservativi associati alla radioterapia. Inoltre, sempre più spesso è possibile evitare la rimozione dei linfonodi ascellari – spiega Samuele Massarut, Direttore dell’Oncologia Chirurgica Senologica del CRO di Aviano e Coordinatore della Rete senologica del Friuli Venezia Giulia -. È fondamentale, però, che le pazienti si affidino a Centri di Senologia ad alto volume dove è assicurato un approccio multidisciplinare, in grado di garantire standard elevati di trattamento. Nella nostra regione sono attive tre Breast Unit con certificazione EUSOMA che offrono percorsi di cura altamente specializzati".
Il carcinoma mammario "è, in assoluto, la neoplasia più diffusa nel nostro Paese – conclude Puglisi -. Attualmente, si stima siano più di 900.000 le donne italiane che vivono dopo una diagnosi di tumore al seno. Questi numeri raccontano storie di persone che affrontano un percorso spesso lungo e complesso, con ripercussioni sulla vita quotidiana e professionale. Come medici, raccogliamo una sfida importante per rispondere con strategie sempre più efficaci ai bisogni di chi si ammala, agevolando l’integrazione tra ricerca, innovazione tecnologica e organizzazione dei servizi".