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Pfm afferma: "La nostra collaborazione con De André è stata un'esperienza folle. Ora, le sue lyrics incantano la generazione più giovane".

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Il tour "Pfm canta De André - Anniversary", avviato nel marzo 2019 per celebrare il 40° anniversario dell'incontro tra Pfm e De André a Bologna, è diventato un evento memorabile del panorama teatrale contemporaneo. Le esibizioni sold-out si succedono in diverse città, con un apprezzamento particolare da parte della generazione Z, attratta da un approccio musicale diverso dal mainstream. La prossima tappa del tour sarà la Cavea del Parco della Musica a Roma. Il gruppo, tuttavia, non rinuncia al proprio repertorio originale, alternandolo a questo progetto. Inoltre, stanno per rilasciare un album live dedicato a De André. Nonostante le pressioni dell'industria musicale, la Pfm sceglie ancora di imparare sul palco, sperimentando e modificando la propria musica.

Invece di un singolo spettacolo, un tour perpetuo che sfreccia da una città all’altra, movimentato da esibizioni sold-out, raddoppi di appuntamenti, e ritorni richiesti tanto nelle metropoli quanto nelle litorali minori. A partire dal 12 marzo del 2019, la data esatta in cui la Pfm celebrò il quarantesimo anniversario dell’incontro del destino con De André a Bologna, il “Pfm canta De André – Anniversary” si è distinto come uno dei momenti più memorabili nel panorama teatrale contemporaneo. Questa sera, la troupe ritorna alla Cavea del Parco della Musica a Roma.
Avreste mai immaginato, Patrick Djivas e Franz Di Cioccio, due figure di spicco nella storia della Pfm, che il successo del vostro progetto durerebbe un lustro intero?
“Certo, almeno in parte, soprattutto per i fan che hanno sempre amato e seguito Fabrizio. La reale sorpresa, però, sono stati i giovani della cosiddetta generazione Z: cresciuti in un mondo dove le parole vengono sminuzzate dai messaggi rapidi, e dove la narrazione della vita quotidiana è distorta dagli schermi dei loro smartphone, notano in Fabrizio un’interpretazione diversa e più approfondita, che apre a nuovi orizzonti. Un faro. Un ascolto musicale che, oggigiorno, nel panorama predominato da rap e trap, assume un ruolo marginale.”
Chi non è a conoscenza della vostra esperienza in Sardegna, dell’esibizione di De André che desiderava ritirarsi, e della spontanea decisione di esibirvi insieme sul palco, una mossa che oggi sarebbe considerata assurda.
“Era impensabile anche allora. I cantautori avevano i loro seguaci e i gruppi i loro sostenitori.” Lei continua ad alternare queste esibizioni con il proprio repertorio originale.
“Lo alterniamo a questo progetto. In effetti, ogni tanto dobbiamo ringraziare anche i nostri fan più accaniti.” Hai progetti, forse un nuovo album in arrivo?
“Tra pochi giorni uscirà l’album live di questo concerto dedicato a Fabrizio.”

Programmare un nuovo disco per la Pfm oggi è una sfida notevole, concepire un inedito album senza un concetto solido è pura pazzia». Esistono numerose accademie e scuole di musica, per non menzionare i talent show televisivi. Vi piacerebbe fare da mentori ai giovani? «Preferiamo ancora imparare ogni sera, sul palco, tentando nuove cose al momento, se ci viene un’idea improvvisa. Piccoli cambiamenti che sostituiscono quelli precedenti. Apparteniamo a un’altra epoca: siamo stati musicisti prima di diventare strumentisti, abbiamo navigato dal prog alla musica classica, al jazz semplicemente perché ognuno di noi ha un background differente». La Pfm vede la sua storia come il suo pilastro? «Quasi sei decenni di musica sono una solida garanzia. E anche il fatto di non aver mai ripetuto la stessa musica».