> > Ristorante invaso dalle cavallette a Pesaro, il titolare: "Sono milioni, qual...

Ristorante invaso dalle cavallette a Pesaro, il titolare: "Sono milioni, qualcuno mi aiuti"

ristorante cavallette pesaro

Gianluca Rossi racconta al "Resto del Carlino" l'invasione di cavallette nel suo ristorante a Pesaro

L’allarme cavallette proviene da un piccolo comune di Vigno a Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino. Gianluca Rossi, il titolare del ristorante ‘l’Hostaria del Vigno’, annuncia che la struttura è invasa dagli insetti.

Ristorante invaso dalle cavallette a Pesaro

Secondo il gestore del ristorante il numero di cavallette si aggira intorno ai dieci milioni. Il titolare spiega che gli insetti erano stati avvistati nel lago di Ca Scarpuccio, a un chilometro in linea d’aria dal suo locale:

“Sono insetti voraci chiaramente erbivori, ma non se ne può più, stazionano davanti al ristorante, ma anche dietro, sui muri, qualcuno faccia qualcosa“.

Dopo aver preso d’assalto il ristorante, ora gli insetti si sono spostati nella vigna vicino la struttura e il titolare annuncia che se nessuno interviene verrà distrutta anche quella.

Il grido d’allarme di Gianluca Rossi

La situazione è fuori controllo: oltre al mancato incasso ci sono ingenti danni da affrontare nella struttura.

Il titolare racconta cosa sta succedendo:

“La parte superiore della siepe che recinta il locale è stata divorata per non parlare del mio orto, non c’è più un ceppo di insalata, hanno mangiato di tutto, dalle zucchine alla salvia, i cocomeri e i meloni, per adesso si sono salvati solo i pomodori perché non sono maturi e quindi acidi, ora qualche migliaio di cavallette si sono spostate sulla vigna, mangeranno anche quella se nessuno interviene”.

Dopo la richiesta di aiuto non accolta da Usl e Vigili Del Fuoco, il ristoratore ha deciso di denunciare la situazione alla stampa.

La soluzione all’invasione delle cavallette

Secondo il Centro Studi di Agrea, azienda specializzata in consulenza agricola, la soluzione contro le cavallette è la faraona.

In comunicato social viene affermato:

“Anche se non esistono metodi biologici diretti per affrontare efficacemente questa problematica, la reintroduzione della faraona nei terreni infestati si è rivelata una soluzione promettente. Questi uccelli, con il loro instancabile ‘pascolare’, si alimentano del parassita, contribuendo a ridurne la presenza”.