Dal primo gennaio le pensioni vedranno un aumento a seguito degli adeguamenti all’inflazione, anche se non per tutti i pensionati vi sarà una rivalutazione piena. Il governo, nell’ultima manovra, avrebbe deciso di perequare tutti i trattamenti rispetto all’ultimo biennio, concentrandosi verso i trattamenti con importi più bassi, come già avvenuto nel 2023. Più precisamente si vedrà un incremento sugli assegni dagli attuali 614,77 del 2024 fino ai 617,89 per tutto l’anno prossimo.
Rivalutazione pensioni 2025
Nella manovra in via di approvazione, è stato inoltre approvato un emendamento che, solo per il 2025, aggiunge 8 euro al mese per i pensionati in condizioni disagiate e sopra i 70 anni di età. Gli aumenti interesseranno i pensionati previdenziali e assistenziali, nonché i ciechi titolari di pensione, di età corrispondente o superiore a 70 anni, e i soggetti di età superiore a 18 invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione, purché rientrino nelle condizioni reddituali richieste per le maggiorazioni sociali. Di conseguenza, per il 2025, il tetto massimo di reddito oltre il quale non si applica l’incremento sarà innalzato di 104 euro annui. Per le altre pensioni ci sarà un diverso livello di perequazione.
Gli incrementi previsti
Gli assegni pari a quattro volte il minimo, fino a 2.394,44 euro lordi mensili, riceveranno una rivalutazione piena, cioè al 100 per cento, con una crescita dell’assegno dello 0,8 per cento. Per gli assegni fino a 5 volte il trattamento minimo, quindi fino a 2.993,04 euro lordi la rivalutazione sarà del 90 per cento, con un incremento pari a 0,72%. Invece, per le pensioni oltre i 2.993,05 euro, quindi superiori a cinque volte il minimo, la rivalutazione sarà al 75%, e corrisponderà a uno 0,6%. Di conseguenza fino ai mille euro gli assegni vedranno una crescita di 8 euro mensili, fino a 2mila invece si registra una crescita di 16 euro al mese, mentre le pensioni sopra i 2.500 euro registreranno un aumento di 19,95 euro al mese.