I lavoratori devono essere consapevoli che, dal 2025, ottenere le pensioni sarà ancor più complicato: le disponibilità di risorse economiche è una delle principali motivazioni a tale problema. Dunque, cosa potrebbe cambiare dal prossimo anno?
Le pensioni dal 2025
Forza Italia, con Antonio Tajani, ha promesso pensioni minime di 1.000 euro al mese. Già nel 2023, l’assegno minimo è stato aumentato in misura superiore all’inflazione per diverse fasce d’età, e ulteriori aumenti sono previsti per il 2025. Mentre, il vicepremier Matteo Salvini, promuove la proposta di ‘Quota 41’, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Tuttavia, il richiamo al contenimento della spesa previdenziale, combinato con la procedura d’infrazione, potrebbe rappresentare un ostacolo importante per l’introduzione di nuove misure di pensionamento anticipato. Il problema più importante, dunque, resta il seguente: le pensioni 2025 a 64 anni diventeranno più difficili, poiché, con l’aumento dell’assegno sociale, l’importo soglia necessario salirà inevitabile.
Le possibili soluzioni
Una soluzione potrebbe essere quella già adottata per Quota 103, che consente il pensionamento anticipato con un assegno calcolato interamente con il metodo contributivo, ciò significa avere una riduzione dell’importo mensile, ma permettere maggiore flessibilità.
Inoltre, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sta lavorando per individuare le criticità del sistema attuale e proporre linee guida per la riforma del sistema pensionistico ai primi di ottobre.