Tra qualche mese si assisterà all’apertura della sessione di bilancio: tra le novità verrà trattata l’ipotesi di Quota 41, ovvero, un sistema per l’uscita anticipata dal lavoro.
Le novità per la pensione anticipata
Nonostante la Legge Fornero, varata nel 2011-2012, sia tanto odiata dai lavoratori italiani, non verrà cancellata: si ragiona, invece, su un meccanismo meno oneroso, una norma che possa consentire la pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi, a prescindere dall’età.
Tuttavia, questo meccanismo passerebbe dal ricalcolo, per tutti gli anni di lavoro, del trattamento con il metodo contributivo integrale, il sistema introdotto dopo il 1996. Ciò significa che l’importo della pensione verrà determinato in base alla quantità di contributi versati, anziché agli ultimi stipendi percepiti.
Quota 41: costi e a chi è rivolta
Una volta a regime Quota 41 “pura” ammonterebbe a 9 miliardi di euro mentre, l’assegno pensionistico risulterebbe molto più inferiore, rispetto all’attuale: pari al 15-20% in meno.
Attualmente la possibilità di Quota 41 è già realtà per categorie specifiche di lavoratori precoci che a 19 anni avevano già accumulato 12 mesi di contributi. Tuttavia, il governo discute sulla possibilità di estendere tale norma a tutti: offrendo la possibilità di maturare i requisiti con 41 anni di contributi, invece dei 42 e 10 mesi per gli uomini e dei 41 anni e 10 mesi per le donne.