Roma, 24 gen. (Adnkronos Salute) – In Italia la carenza di infermieri è destinata ad aggravarsi: agli oltre 60mila che già ne mancano, si aggiungeranno circa 100mila professionisti che saranno portati fuori dal sistema dai pensionamenti nel giro di dieci anni. Senza contare le ‘fughe’ all’estero per ottenere condizioni economiche e lavorative migliori. Sono i dati del 19.esimo Rapporto Crea Sanità, Centro di ricerca riconosciuto da Eurostat, Istat e ministero della Salute, presentato oggi nella sede del Cnel a Roma.
“La carenza di infermieri in Italia è un problema serio e ormai evidente, accentuato dalla scarsa attrattività della professione. Soltanto innovandola negli ambiti formativi, di esercizio professionale e di autonomia, si può garantire la sostenibilità e l'universalità del Servizio sanitario nazionale”, osserva Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli infermieri (Fnopi), commentando i risultati del report.
Nel nostro Paese – spiega una nota – gli stipendi degli infermieri hanno differenze retributive, a parità di potere d’acquisto, con quelli annuali in Germania, Svizzera e Regno Unito rispettivamente del 56%, 46,2% e 20% in meno. Neppure l’ultimo contratto, chiuso nel 2021, ha migliorato di molto una situazione già difficile anche a causa della limitata possibilità di sbocchi di carriera. Secondo il Rapporto, realizzato anche con il contributo di Fnopi è quindi necessaria un’adeguata programmazione del personale, l’incremento dell’offerta formativa e l’adozione di misure per restituire attrattività al lavoro nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) in termini di riconoscimento sociale ed economico.