Roma, 21 gen. (Adnkronos) – Oltre 4 ore di discussione. "Ma è sempre così". Ci tiene a precisare Elly Schlein in Transatlantico parlando con i cronisti della riunione della segreteria Pd di stamattina. Trump, Meloni e le iniziative dei prossimi mesi (su cui coinvolgere anche "le altre forze" di opposizione), l'odg della riunione. Ne parla la stessa segretaria che glissa solo alla domanda sugli eventi 'centristi' del week end. Anche in segreteria, si riferisce, Schlein sarebbe stata silente sul punto sebbene evocato in alcuni interventi. Si è parlato invece di autonomia, dopo la bocciatura del referendum da parte della Consulta. Meno delle altre consultazioni ammesse. E tra queste c'è una che rappresenta un possibile elemento di fibrillazione per i dem: il referendum sul Jobs Act.
Schlein ha firmato i quesiti per l'abrogazione, ma diversi parlamentari dem che votarono a favore della riforma del governo Renzi, non sono d'accordo. Alla domanda su quale sarà l'indicazione di voto del Pd sul Jobs Act, Schlein spiega che in segreteria oggi si è parlato soprattuto dell'autonomia ma aggiunge: "Comunque, io i quesiti li ho firmati e senz'altro non faremo mancare il nostro contributo".
Una risposta che non è passata inosservata tra quanti non sono favorevoli a sostenere il referendum. "Io non mi metterò fare i comitati per il No", dice un parlamentare dell'area riformista invocando un punto di equilibrio, il rispetto di quel "pluralismo" di cui si sta parlando molto negli ultimi giorni. Se ne tornerà a parlare. Per oggi, a dominare c'è la nuova era Trump e le conseguenze per l'Ue e per l'Italia con Giorgia Meloni, unica premier europea presente all'Inauguration Day.
Meloni, ha fatto bene ad andarci? Chiedono i cronisti. Per Schlein la questione è soprattutto per fare cosa. "Trump vuole disgregare l'Europa", quale ruolo gioca la presidente del Consiglio in questo scenario? "Ora la domanda è se Giorgia Meloni sarà in grado di far rispettare gli interessi europei e italiani. E' andata in solitudine, nonostante l'Ue non sia stata coinvolte e preoccupa" perché "Trump sta cercando alleati per disgregare l'Europa".
Prosegue la segretaria del Pd: "Spero che si sia chiesta perché c'era solo lei e l'Ue non sia stata invitata ne coinvolta e che tipo di messaggio vogliamo lanciare". Per Schlein la risposta al discorso "aggressivo e preoccupante" di Trump, quasi "un delirio di onnipotenza", può passare solo dall'Europa. Dazi, politiche industriali, tecnologia, difesa comune, elenca Schlein: "Dazi, che sarebbero un problema per l'Italia e per tutta l'Europa. Oggi anche la questione sulle multinazionali perché Trump vuol uscire dall'accordo Ocse che mira a evitare l'elusione fiscale per le grandi multinazionali… evidentemente ha subito risposto alla fila di multimiliardari che ieri erano ad accreditarsi a Washington. E poi deportazioni, la cancellazione dello Ius soli, del genere e pure il golfo del Messico…".
Insiste la segretaria del Pd: "Davanti a sfide di questa portata chi pensa ci si salvi da soli, sbaglia. Al di là delle singole partecipazioni, il punto è come Italia intenda contribuire ad un rilancio europeo che risponda a questa sfida aggressiva che ci è stata lanciata. Perché non fanno con noi una battaglia vera sugli investimenti comuni europei?".