Roma, 31 gen. (Adnkronos) – Giuseppe Conte non solo attacca il Pd en plein air alla presentazione del libro di Roberto Speranza alla Camera, davanti a big vecchi e nuovi, segretaria Elly Schlein compresa. Ma sortisce l'effetto di creare tensione tra gli stessi dem. L'area riformista è in subbuglio. L'affondo del leader M5S sul 'Pd bellicista' non è andato giù e nemmeno il fatto che Schlein non abbia detto una parola di replica a Conte. "Quando si fa del Pd una caricatura, bisogna rispondere a tono", incalza Alessandro Alfieri all'Adnkronos. Ne va della "tutela di un'intera comunità".
In mattinata era stato Lorenzo Guerini a intervenire. "Non mi occupo di tricologia…", scherza l'ex ministro della Difesa sulla frase di Conte 'mi ha fatto rizzare i capelli questo Pd bellicista'. E aggiunge: "Battute a parte quando parla di Pd bellicista non capisco di cosa stia parlando. Allora vorrei provare a essere chiaro io: se fossi stato presente all'iniziativa gli avrei risposto, pacatamente, che il Pd è stato ed è dalla parte della difesa della libertà e della sovranità dell'Ucraina, dalla parte del diritto internazionale. Senza esitazioni o ambiguità".
Ma chi ha parlato con Schlein oggi ha trovato la segretaria per nulla scossa dagli attacchi di Conte ("Non ho il problema del testosterone io…", avrebbe scherzato con i suoi) e convinta che la 'linea buddista' di non ribattere alle punzecchiature del leader M5S sia quella giusta. O quantomeno quella utile per arrivare all'obiettivo su cui è e resta determinata: la costruzione di una coalizione alternativa a Giorgia Meloni. Conte attacca per rosicchiare voti al Pd? Non ci riuscirà, è la convinzione di Schlein. "Non faccio che incontrare gente che mi dice 'costruite l'alternativa'. Almeno si vedrà che qualcuno ci sta lavorando…", il ragionamento della segretaria con i suoi.
Del resto, anche gli argomenti usati da Conte per attaccare il Pd sono del tutto pretestuosi e sono sempre gli stessi, è la valutazione dem: la questione della guerra e ieri è arrivato persino a ritirare fuori la storia dell'inceneritore. Mentre l'elenco dei punti di convergenza è lungo: sanità, scuola, casa, green. E la Rai? Schlein, dicono i suoi, ha vinto il congresso con la riforma di Viale Mazzini tra i punti del programma. "Il nuovo Pd vuole una riforma della Rai. E Conte?".
Sottolineare quello che unisce piuttosto quello che divide, mostrarsi determinata nella costruzione dell'alternativa a Meloni: una linea che pagherà in termini di consensi elettorali, questa l'idea di Schlein. Ma il ragionamento non convince del tutto i dem. C'è chi la trova 'fuori tempo'. "Ci sono le europee, dobbiamo rafforzare il Pd e non fare la figura di quelli che prendono schiaffi da Conte", si ragiona in Transatlantico. Poi, dopo le europee misurati i rapporti di forza, ci si concentrerà sulla coalizione da costruire. "Ma questo è il momento di far vincere il Pd, mentre Conte ha aperto la caccia grossa sul nostro elettorato".
Sottolinea Alfieri: "Competition is competition, si avvicinano le europee ed è comprensibile che il Movimento 5 Stelle faccia il Movimento 5 Stelle, ma il Pd deve fare il Pd. Noi siamo gente paziente ma quando si passa il segno e si fa del Pd una caricatura – che sia il Pd che è per 'l'accoglienza indiscriminata' dei migranti o il Pd bellicista- , penso che si debba rispondere a tono per tutelare la propria comunità e la coerenza e l'equilibrio delle posizioni che abbiamo adottato".