E’ una vergogna che nel 2010 ancora si possa morire durante il parto o muore il bambino, è inacettabile, fatti del genere non dovrebbero piu’ accadere, oltrettutto si manca di sensibilità, c’è pochissima umanità dove invece dovrebbe esserci comprensione.
La donna deve essere libera di decidere se partorire in modo naturale o partorire con cesareo senza per questo essere giudicata, senza ledere alla persona, senza pregiudizi, invece non è così, o meglio, non è questa la realtà che accomuna ospedali e l’etica dei vari medici.
Eppure in diversi ospedali esiste il taglio cesareo programmato, quando una donna decide, fin dall’inizio della propria gravidanza di non essere in grado di sostenere il parto naturale e quali siano le sue motivazioni vanno rispettate.
Ci sono donne che hanno terrore del parto e queste paure non vanno aggravate da medici che assolutamente decidono che la donna deve affrontare il parto naturale, perchè si scatena in ella in terrore di non farcela. E’ vero, il parto naturale è qualcosa di indescrivibile, quando però tutto va bene, quando non ci sono complicanze nè per la mamme, nè per il bambino, ma quando la donna non se la sente, o ci sono complicanze, oppure dopo estenuanti ore di travaglio, è bene che la donna venga sottoposta a parto cesareo.
Nessuno sembra mai tenere conto dei nove mesi (tranne casi diversi) della gravidanza dove la donna comunque, anche quando tutto procede nei migliori dei modi, è sottoposta a stress, ansia, e l’ultimo periodo soprattutto quando non riesce a dormire, fatica persino a respirare, in alcuni casi i piedi si gonfiano, si guarda allo specchio e si vede così diversa, indubbiamente bella, bellissima, ma cambiata, ed ha bisogno di essere incoraggiata, di avere fiducia nelle persone che le sono attorno e soprattutto dal personale ospedaliero, invece spesso si sente trattata male, con sufficienza, come se fosse un numero, e non una persona.
Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza, e non trasformare quello che dovrebbe essere il periodo più bello della vita della donna, trasformarlo in uno sgomento di vita, addirittura in morte.