Dopo oltre tre ore di discussione nel Summit sull’Ucraina a Parigi, i leader di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda, insieme ai vertici dell’UE e della NATO, hanno raggiunto un accordo solo su principi generali, come la necessità di coordinarsi con gli Stati Uniti, l’importanza di una pace equa e la protezione dell’Ucraina. Tuttavia, questo non è stato sufficiente.
Parigi ospita il summit sull’Ucraina: l’UE divisa su come proteggere Zelensky e Kiev
Il primo a lasciare la riunione sarebbe stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha sottolineato la necessità di un’azione congiunta tra Europa e Stati Uniti per la sicurezza globale. Scholz ha anche parlato di aumentare i finanziamenti per la sicurezza europea, accettando di superare le rigide regole di bilancio tedesche. Sul tema più controverso, l’invio di truppe in Ucraina, ha ribadito la sua opposizione, dichiarandosi “irritato” per il dibattito prematuro su questa opzione.
“Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alle quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo”, ha sottolineato il cancelliere, come riportato dall’Ansa.
Della stessa linea di pensiero, anche Pedro Sánchez. Ha dichiarato che, purtroppo, la guerra è ancora in corso e non ci sono le condizioni per pensare a una missione di pace in Ucraina.
Dopo una lunga riflessione, anche la premier Meloni ha deciso di partecipare al summit per esporre le perplessità dell’Italia, in particolare riguardo all’ipotesi di dispiegare soldati europei in Ucraina. Secondo Meloni, questa sarebbe la soluzione più complessa e meno efficace, soprattutto senza adeguate garanzie di sicurezza per Kiev, senza le quali qualunque negoziato rischierebbe di fallire. La premier ha quindi suggerito di esplorare altre opzioni, sottolineando l’importanza di coinvolgere gli Stati Uniti, poiché, secondo il suo punto di vista, la sicurezza europea e americana si fonda nel contesto euro-atlantico.
La pressante richiesta di impegnarsi nell’invio di truppe e nel rafforzamento delle forniture di armi per difendere l’Ucraina e garantire una pace giusta non ha convinto la maggioranza dei partecipanti.
“L’Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L’Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all’Ucraina”, sono state le parole di Ursula von der Leyen.
Una telefonata tra Donald Trump e Emmanuel Macron
Donald Trump e il presidente francese Emmanuel Macron avrebbero avuto una conversazione telefonica, nella serata di ieri 17 febbraio, di circa mezz’ora, descritta come «amichevole» dalla Casa Bianca. Durante la chiamata, i due leader avrebbero discusso della guerra in Ucraina, dell’incontro tra i Paesi europei e dei colloqui in Arabia Saudita tra i funzionari americani e russi.